Gli ultimi dati macroeconomici divulgati dall’Istat hanno evidenziato il ritardo dell’economia italiana rispetto a quella mondiale, che quest’anno segnerà una decisa crescita rispetto agli ultimi anni.
Il calo il Pil, la perdita di potere d’acquisto dei cittadini e la in crescita del debito sono solo alcuni degli indicatori che evidenziano la difficile situazione in cui versa il Bel Paese. Un quadro piuttosto preoccupante, dal quale non emergono prospettive di ripresa per i prossimi anni. A meno di miracoli l’Italia nei prossimi anni perderà diverse posizioni nel ranking delle economie mondiali più forti, superato dall’avvento dei Paesi emergenti.
Secondo il Centre for Economic and Business Research nel 2030 l’ Italia passerà dall’ottava alla quindicesima posizione in classifica delle economie più ricche al mondo.
Tra i settori più colpiti dalla crisi economica italiana sicuramente l’immobiliare. Una doccia fredda per gli italiani, convinti che il mattone fosse un bene aciclico, incondizionabile da crisi e recessioni. Invece proprio il principale bene d’investimento è stato tra quelli che hanno pagato maggior dazio, con una discesa che non si arresta come evidenzia l’ultimo report prodotto dall’Istat, che evidenzia un calo del 5,3% su base annuale.
In realtà si tratterebbe dell’ottavo calo mensile consecutivo dei prezzi delle case portando il calo al 20% rispetto al periodo pre crisi.
La situazione è a macchia di leopardo, con abitazioni di pregio che tendono a mantenere il valore rispetto ad immobili localizzati in periferia o in quartieri meno interessanti anche in grandi città che accusano numeri decisamente più gravi, arrivando fino a dimezzare il proprio valore in pochissimi anni.
Il calo non risparmia nessuno, dalle abitazioni di nuova costruzione (-2%) a quelle esistenti (-6,8%). Gli analisti rimangono scettici anche per il 2014, stimando una perdita contenuta tra il 3 ed il 5%. Difficile assistere ad una inversione di tendenza prima del prossimo anno, il cui esito rimane comunque incerto.
Una delle variabili principali è sicuramente legata ai mutui, che con la discesa degli spread dovrebbero esser decisamente più accessibili rispetto ai mesi precedenti, anche se stando ad alcune indagini recenti le banche continuano a chiedere dei tassi fuori mercato. Altro freno è quello dell’IMU. La nuova imposta sugli immobili, ritoccata ulteriormente al rialzo dal governo Letta costituisce un ulteriore detrattore.