Il mercato dell’oro: evoluzione dal 1800 ad oggi (2 di 2)

Quando si parla di oro sul mercato finanziario bisogna sempre tenere presente che ci sono due forme sotto le quali esso si presenta. La prima è quella dell’oro vero e proprio, il metallo prezioso fisicamente presente e forgiato in barre o lingotti dalle misure standard, la seconda è quella del cosiddetto oro finanziario, cioè quegli strumenti finanziari, come i futures, che il mondo finanziario ha ideato rifacendosi al valore dell’oro fisico.

Questi due tipi di oro vengono contrattati su due mercati distinti. I più importanti mercati di scambio dell’oro fisico sono i seguenti:

  1. Londra: è senza dubbio il mercato più prestigioso per lo scambio dell’oro fisico, anche perché è quello che ne tratta le quantità maggiori. Nato nel 1919, già a partire da quella data stabilì il primo fixing dell’oro, cioè la quotazione standard sotto la quale andava scambiato. Da quel momento tutti coloro che effettuano delle transazioni con l’oro sanno di doversi attenere a quel prezzo standard stabilito dal mercato di Londra, che attualmente viene rivisto e fissato due volte al giorno, alle 10.30 e alle 15.00. Presso questo mercato, nel 1987, è nata la London Bullion Market Association, ente preposto a stilare una lista ufficiale di fornitori e analizzatori autorizzati. Il marchio con l’acronimo di quest’ente L.B.M.A. compare su tutti i lingotti scambiati, a garanzia della qualità del metallo stesso.

  2. Zurigo: in Europa, la Svizzera degli anni ’50 diventò una delle piazze più significative per gli scambi del prezioso metallo. Questa fama fu senza alcun dubbio favorita dal fatto che questo paese non poneva alcun tipo di barriera all’import-export dell’oro. Questo mercato di Zurigo nacque dalla collaborazione tra l’Unione di Banche Svizzere (U.B.S), la Società di Banca Svizzera (SB.S) ed il Credit Suisse, unite in un consorzio denominato Zurigo Gold Pool. Sebbene sia un mercato importante non è stato tuttavia mai in grado di stabilire regole proprie e segue perciò quelle del mercato di Londra.

  3. Hong Kong: tra i mercati di scambio dell’oro fisico, quello di Hong Kong è il più antico, fondato nel 1910. Ciò che lo ha contraddistinto da subito è il fatto che qui le quotazioni dell’oro si sono sempre basate sulle oscillazioni tra domanda e offerta, anche in pieno periodo “Gold Standard”, cioè quando in tutti gli altri paesi si rispettava una quotazione fissa. La forza di questo mercato sta anche nella sua posizione geografica in quanto funziona quando i mercati di Londra e Zurigo sono chiusi e, inoltre, è l’unico mercato che opera anche di sabato. I principali operatori su questo mercato sono le più grandi banche dell’Estremo Oriente.

  4. Singapore: si tratta di un mercato secondario nato nel 1969. La sua importanza relativa scaturisce dal fatto che vi vengono scambiate modeste quantità d’oro e non della migliore qualità. Questo mercato ha infatti più che altro lo scopo di fungere da ponte tra i mercati dell’Estremo Oriente e il Mercato di Londra. Molto più importante è invece il Gold Exchange of Singapore, nato nel 1978 per lo scambio di strumenti derivati.

  5. New York: tra tutti i mercati fisici quello di New York è il più giovane in quanto nato solo nel 1975, alla fine del proibizionismo, che aveva vietato ai privati di detenere oro dal 1933 al 1974. i principali operatori di questo mercato, ormai uno dei più importanti sono: J. Aron & Co., Mocatta Metals Corporation, Philipp Brothers, National Bank di New York e la Sharp Pixley.

I mercati di scambio dell’oro finanziario, quindi dei prodotti finanziari derivati dall’oro, sono nati nel 1970, quindi già prima della fine del proibizionismo, ma la fase di massimo sviluppo l’hanno conosciuta a partire dalla seconda metà degli anni ’80. Il primo future in oro risale al 1972 e fu creato dal Winnipeg Commodity Exchange che, nonostante questo primato, non è riuscito a mantenere la fama di mercato più importante a livello mondiale, ruolo che invece spetta al Commodity Exchange de New York (Comex). Quest’ultimo infatti è il mercato sul quale si opera il maggior numero di scambi di oro cartaceo. Altro mercato appartenente a questa categoria è il Sydney Futures Exchange che si occupa degli scambi dei futures di Comex. Lo scopo di questo mercato di Sydney è quello di riuscire a far circolare gli stessi prodotti finanziari ventiquattro ore su ventiquattro, sfruttando la differenza di fuso orario tra i due mercati.

Altro mercato di questo genere e che merita una menzione in quanto di significativa importanza per l’economia dei paesi orientali è il Tokyo Commodity Exchange (TOCOM), che opera dal 1982.

Concludendo possiamo senz’altro affermare che l’oro, in entrambe le sue forme, resta il bene di rifugio più importante contro le fluttuazioni dei mercati finanziari e i cambiamenti di valore delle valute.

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4 Commenti per “Il mercato dell’oro: evoluzione dal 1800 ad oggi (2 di 2)”

  1. Luciano ha detto:

    C’è una cosa che non capisco: cosa succede se da un giorno all’altro gli uomini iniziano a disinteressarsi all’oro? Voglio dire: il valore che diamo all’oro è puramente soggettivo! A me, ad esempio, non interessa possederne, se ho dei soldi da parte preferisco investirli in campi in cui coltivare patate. Sono sicuro che difficilmente morirò di fame, e poi le patate le posso sempre scambiare con altri beni. E’ possibile che l’economia sia legata al valore di un metallo???

  2. Lorenzo ha detto:

    Ciao Luciano, l’oro è un bene rifugio, dove parcheggiare (o investire) i soldi per il tuo futuro perché è un prezioso che tende a mantenere il valore negli anni e lo puoi anche lasciare in eredità. Le patate non le puoi mangiare tutte e non le puoi vendere tutte e molte andranno a male perdendo soldi tempo e fatica. E’ naturale che investire in oro è possibile solo per chi ha dei risparmi e non per chi deve utilizzare il proprio reddito per viverci quotidianamente.

  3. PIERPAOLO ha detto:

    Quello che mi interessa è il grafico dal 1800 ad oggi perchè vorrei metterlo in relazione agli avvenimenti storici. Si dice che ci siano delle relazioni precise tra l’inizio e la fine di avvenimenti catastrofici naturali o provocati, tipo rivoluzioni, guerre ecc.

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