Dopo un grande 2013 i mercati finanziari continuano a premiare l’Eurozona, con rialzi diffusi a 360° che coinvolgono tanto il mercato azionario quanto quello obbligazionario. La piacevole sorpresa viene anche dai Piigs, che dopo aver rischiato di far crollare la moneta unica ora fanno intravedere concretamente la propria risposta dopo anni di austerità.
Moody’s ha promosso l’Irlanda, il cui debito non è più “spazzatura” ma diviene investment grade. Una storia di successo, che parte proprio dal grande sacrificio richiesto alla popolazione che senza troppe polemiche ha accettato le decisioni amare del governo. Oggi il Paese è definitivamente fuori dalla crisi, e l’esecutivo locale può finalmente discutere su misure di rilancio dell’economia.
In realtà Moody’s è arrivata anche in ritardo, perché già da qualche mese le altre due agenzie a stelle e strisce, Fitch e Standard and Poor’s, avevano messo l’Irlanda fuori dalla black list. Tornando alla decisione assunta venerdì sera, il rating viene innalzato a Baa3 da Ba1 portando l’outlook in positivo. Di successo anche il ritorno sui mercati finanziari. Per la prima volta settimana scorsa Dublino è tornato sul mercato collocando 3,75 miliardi di euro . Integralmente sottoscritto il collocamento dei titoli decennali, con un rendimento del 3,5%, più che soddisfacente.
Il governo di Dublino come confermato dalla Troika è riuscito a superare tutti i target prefissati, tanto da voler anche rinunciare ad una linea di credito precauzionale messa a disposizione dalla Bce. Il piano di aiuti da 67,5 miliardi di euro di durata triennale è stato provvidenziale per il Paese che nel 2010 si è trovato in poco tempo ad un passo dal crack.
L’Irlanda quest’anno, secondo le stime governative, dovrebbe crescere del 2%, mentre il rapporto deficit/Pil dovrebbe rientrare nel patto di stabilità del 3% già il prossimo anno. Problema principale, come nel resto del vecchio continente, rimane l’inflazione, che dovrebbe rimanere sopra il 12%.
Poi c’è la situazione delle banche, che nonostante i miglioramenti evidenti rimangono vulnerabili ad un eventuale shock del sistema. Negli stress test di febbraio probabilmente ci saranno alcune realtà che saranno spinte a ricapitalizzare il proprio patrimonio.
Situazione estremamente diversa ma altrettanto positiva è quella della Grecia. Il Paese ellenico per la prima volta da anni ha registrato un avanzo primario di bilancio per circa 700 milioni di euro. Ha inciso in maniera significativa la riduzione di interessi sul debito passata a 6 miliardi di euro dai 12,2 miliardi di euro registrati un anno fa. Determinante la riduzione degli interessi richiesti dall’Europa, passata dal 6% al 3%.
Il governo Samaras sta affrontando una crisi pesante, che tiene ancora in apprensione i leader europei. I passi in avanti sono tuttavia evidenti e rappresentano l’ultima sfida di Draghi, la cui mano è stata fondamentale nel momento più delicato della crisi, nel giugno 2012 quando annunciò lo scudo antispread.