Proseguono le consultazioni parlamentari per la formazione del governo. E’ tutt’altro che definito, con le difficoltà del Pd di trovare accordi con gli altri partiti, in primis con il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, che continua però a rifiutare inciuci.
Il Paese tuttavia avrebbe bisogno di un governo stabile, con l’economia reale che continua a sentire pesantemente la crisi. A soffrirne oltre alle famiglie, anche il tessuto delle imprese. Il presidente di Confindustria Squinzi ha chiesto come provvedimento prioritario del nuovo governo lo sblocco dei crediti vantati dalle aziende verso la Pubblica Amministrazione.
Se ne era parlato con forza anche durante il governo Monti, ma poi non si fece più nulla. C’è emergenza totale, tanto che proprio il governo tecnico attualmente ancora in atto, potrebbe anticipare il nuovo governo di Bersani e sbloccare i pagamenti.
Secondo le stime di Confindustria il provvedimento oltre a salvare numerose imprese, consentirebbe la creazione di 250 mila posti di lavoro, con un impatto sul Pil dell’1% fino al 2017 e dell’1,5% fino al 2018.
Il calcolo non riguarda la completa restituzione dei debiti, ma soltanto dei due terzi, pari a 48 miliardi di euro. Una cifra considerevole, che incrementerebbe il debito pubblico, ma una mossa decisa per dare un segnale di svolta.
E’ arrivato l’ok anche dall’Unione Europea e la strada pare in discesa a questo punto. Oltre all’impatto sul reddito nazionale e sul Pil, l’immissione di liquidità nelle imprese produrrebbe un incremento degli investimenti del 13% in 5 anni.
Ieri sull’argomento Confindustria ha emesso un comunicato in cui si chiede proprio al governo Monti di chiudere il mandato con l’approvazione di questo provvedimento. Stessa richiesta è poi arrivata anche dall’Abi, che ha invitato il governo considerando l’appoggio giunto da Bruxelles.