Borse contrastate, Ftse Mib in rialzo: su Fiat, giù Unicredit

Andamento Ftse Mib borsa valoriUltima seduta di settimana ad elevata volatilità per gli indici azionari internazionali.  La borsa di Tokyo nella notte ha registrato una delle peggiori seduti di un 2013 finora irripetibile, con una flessione del 2,35%.

Giù anche le altre borse asiatiche. Maglia nera per l’indice thailandese Thailand Set che ha accusato una flessione del 3,30%. Male anche l’indice Jsx dell’Indonesia che ha accusato un ribasso dell’1,66%.

L’indice Hang Seng di Hong Kong ha registrato un ribasso dello 0,50%. Ieri sera ha chiuso negativa anche Wall Street, che rimane comunque ancorata ai massimi assoluti.

Andamento disomogeneo per gli indici europei, con la borsa di Milano che rimane leggermente positiva seppur in discesa dai massimi, mentre Dax e Cac 40 sono negative rispettivamente, rispettivamente dello 0,3 e 0,4%.

L’indice Eurostoxx 50 registra un flessione dello 0,5%. Maglia nera per l’indice portoghese Psi 20 che perde l’1,1% appena sopra i 6000 punti. L’Ibex 35 spagnolo registra un frazionale ribasso dello 0,25% mentre l’Aek Olandese dello 0,62%.

Tornando all’indice Ftse Mib di Milano, l’obiettivo di brevissimo periodo è il raggiungimento e consolidamento sopra i 16 mila punti.

Atm Cipro prelievo contiTra i settori, sottoperforma il comparto bancario, con Unicredit e Intesa che scivolano rispettivamente dell’1,3 e dello 0,3%. Tra gli altri titoli del settore, la peggiore è Ubi Banca che perde l’1,8%. In controtendenza dopo i ribassi degli ultimi mesi Banca Mps, che sale di circa mezzo punto percentuale.

Si segnalano poi performance positive anche per Fiat e Fiat Industrial che salgono rispettivamente del 3 e del 2,5%, mentre Generali è su del 2,3%.

Sui mercati rimane comunque un clima di attesa su Cipro, dove si sta discutendo su un piano B dopo la piena bocciatura della proposta dell’Ue.  Da quello che si apprende la Russia avrebbe voltato le spalle al Paese, tanto che il premier cipriota non è riuscito neppure a rinegoziare l’attuale linea di credito da 2,5 miliardi di euro. A questo punto tutto è possibile, perfino un clamoroso dietro front con un ripiegamento verso le proposte europee.

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