La situazione economica europea continua a preoccupare non poco analisti ed investitori con il Paese travolto da una profonda recessione, che se fino a qualche mese fa trovare consistenza soltanto nelle economie periferiche, contraddistinte dall’acronimo Piigs, ora si estende anche alla Francia, sfiorando anche la Germania che rappresenta l’asse portante del vecchio continente.
Nel bollettino mensile la Bce ha evidenziato i problemi economici del continente sottolineando che è attesa una crescita debole anche nel prossimo anno, con l’economia che dovrebbe ripartire verso la fine del 2013.
Riviste al ribasso le stime di crescita fino al 2014, con l’economia che registrerà una recessione dello 0,5% nel 2012, rivista in ribasso dal precedente -0,3%, per poi crescere il prossimo anno dello 0,3% (rispetto allo 0,6% inizialmente previsto e dell’1,3% nel 2014 rispetto all’1,5% iniziale.
La banca centrale tuttavia rassicura i mercati e sottolinea che se il debito dell’Eurozona registrerà nuovi attacchi speculativi sarà pronta a intervenire nuovamente, attivando lo scudo antispread.
Tra i fattori più negativi che incidono sul ciclo economico le difficoltà del mercato del lavoro, con le ultime statistiche che riferiscono numeri molti difficili da digerire, con un tasso di disoccupazione europea che si è attestato all’11,6% in progressione dell’1,3% rispetto all’anno precedente.
La Bce segnala che il numero di occupati non è variato e che invece si è registrata una contrazione del numero di ore lavorate dello 0,3% rispetto al trimestre scorso.
L’istituto di Francoforte sottolinea l’importanza nel continuare l’attività di rientro dal debito nei singoli Paesi, in modo da superare la crisi con economie nazionali più solide e rientrare nei limiti stabiliti dal Patto di stabilità.
In questi mesi, recita il bollettino sono stati fatti importanti passi in avanti nella riduzione del costo di lavoro e negli squilibri di partite correnti, ma ora bisogna intervenire per stimolare la crescita, con misure per accelerare la flessibilità del mercato del lavoro e la mobilità in tutta l’area euro.
Altre note dolenti vengono per l’accesso al credito da parte delle imprese, che secondo quanto riporta la Bce, nell’ultimo trimestre hanno registrato un irrigidimento del 15% rispetto al precedente 10%.