Governo Monti, ministro Grilli assicura equilibrio conti fino al 2014

Negli ultimi giorni sono giunte forti critiche contro l’operato del governo Monti, reo secondo gli accusatori di aver inutilmente incrementato le tasse con l’economia del Paese in continuo peggioramento. Il bollettino statistico pubblicato da Bankitalia ha infatti annunciato ieri che il debito pubblico è salito a 1995 miliardi di euro, per via di un incremento di liquidità, di iniezioni di liquidità nel fondo salva Stati, e dell’incremento dei costi del debito con gli spread che rimangono ancora piuttosto elevati nonostante siano in discesa dai massimi.

Il viceministro Vittorio Grilli, intervenendo al vertice Ecofin, ha sottolineato il lavoro svolto dal governo in questi mesi che a suo dire hanno rimesso in equilibrio i conti almeno fino al 2014.

Dalla Commissione Europea hanno sottolineato che la situazione macroeconomica vedrà difficilmente l’Italia in pareggio di bilancio entro il prossimo anno e che per raggiungere l’obiettivo richiesto da Bruxelles sarà necessario mettere in campo nuove manovre da qui al prossimo anno.

In particolare l’organismo europeo prevede un deficit strutturale dello 0,4% nel prossimo anno, ma in quello successivo salirà ancora attestandosi allo 0,8%. Situazione che potrebbero poi deviare ancora di più negli anni successivi dall’obiettivo del pareggio.

La risposta di Grilli è stata però negativa, sottolineando che al momento è prematuro parlare di nuove manovre pur confermando che le previsioni europee non sono molto distanti da quelle effettuate dal governo che comunque non si spinge oltre la prudenza per gli anni 2014, 2015 dove non si escludono poi piacevoli sorprese in termini di crescita.

Commissione UEL’ex Bankitalia inoltre non si dice sorpreso dai dati sul debito pubblico, che erano ampiamente previsti dall’esecutivo tecnico, sottolineando che il debito crescerà finchè non verrà raggiunto il pareggio di bilancio.

Intanto uno studio condotto ha mostrato alcune indicazioni importanti sulla percezione delle tasse da parte dei cittadini italiani. Lo studio riferisce che il 57% degli intervistati considera le tasse un contributo non supportato da adeguati servizi offerti dallo Stato.

Il 54% degli intervistati si è detto realista sulle difficoltà di ridurre le tasse, mentre c’è un’elevata speranza che si faccia tutto il possibile per ridurre la grossa fetta di evasione presente nel Paese e che costituisce l’unico driver per sperare in una riduzione delle imposte.

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