Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, continua ad esprimere la propria preoccupazione sulla situazione economica italiana, sottolineando l’inefficacia delle manovre restrittive imposte dal governo tecnico guidato da Mario Monti, che ora esorta ad intervenire in azioni di stimolo alla crescita.
“È arrivato il momento di cambiare marcia” sottolinea il numero uno degli industriali, intervenendo all’assemblea di Confitarma, ribadendo l’importanza di delineare un cammino di crescita robusto da qui ai prossimi anni.
Un ritmo di crescita di almeno il 2% annuo, sottolinea Squinzi che aggiunge che si tratta di un traguardo difficile ma non impossibile, perché l’Italia ha tutte le potenzialità per crescere a questi ritmi.
Tornando agli ultimi scandali che hanno travolto il Paese il presidente di Confindustria sottolinea che per puntare ad obiettivi ambiziosi come quello di invertire il trend di crescita del Pil, il primo passo deve esser quello di eliminare gli ostacoli amministrativi che costituiscono un freno al progresso e comportano costi insostenibili.
Gli ultimi dati macroeconomici hanno evidenziato carenze strutturali nel nostro Paese, partendo dalla capacità di risparmio che nonostante la crisi continua a ridursi come evidenziano gli ultimi dati annunciati dall’Istat. Rispetto al 2012 la propensione al risparmio è calata dell’8,8% dal 9,7% precedente con la spesa per consumi che è cresciuta del 2,9%.
I dati sono ancor più preoccupanti se confrontati con l’indagine di Coldiretti che sottolinea che 6 italiani su 10 non dispongono di un reddito adeguato al mantenimento del proprio tenore di vita, mentre il 6% non riesce neppure ad arrivare a fine mese con quanto guadagna.
Confindustria ha sottolineato che nel mese di agosto si è registrato un cospicuo calo dei consumi nell’ordine del 2,7% rispetto al medesimo mese dello scorso anno. Sulle prospettive l’associazione degli industriali rimane molto scettica.
Secondo Squinzi la situazione rimane molto difficile e non sarà facile uscire dalla recessione, e stando alla situazione attuale, una crescita robusta ci sarà soltanto nel 2015.