Diversificazione valutaria: elemento cruciale nei portafogli

La stragrande maggioranza di piccoli risparmiatori prendono decisioni di investimento senza  utilizzare metodi scientifici e spesso sottopongono il proprio portafoglio ad una focalizzazione eccessiva su asset tra di loro molto correlati.

Diversificare un portafoglio infatti, non vuol dire acquistare più titoli diversi o asset di diversa natura, ma verificare che all’interno del portafoglio vi siano realtà tra di loro, il più possibile decorrelate. Non è facile oggi diversificare, in quanto anche tra diverse aree geografiche gli asset si muovono spesso in maniera strettamente coordinata tra di loro.

Ci sono numerosi modelli teorici che offrono spunti interessanti in tema di diversificazione, ma in tal senso il problema principale è che i piccoli risparmiatori non hanno la possibilità di utilizzarli e spesso non ne comprendono le logiche.

 

Un asset poco utilizzato da investitori non professionali ma del quali si parla con forza negli ultimi anni è la diversificazione valutaria. Si tratta di uno strumento tra i più efficaci in assoluto ma che spesso spaventa per via di un’elevata volatilità e soprattutto dei costi non proprio accessibili a tutti.

In finanza si dice che la diversificazione valutaria è come una polizza incendio per la casa, sembra inutile e costosa per molti anni ma è sufficiente che la casa vada a fuoco anche una sola volta nella vita che si è orgogliosi per averla sottoscritta. Con la volatilità dell’euro di oggi, che per sue caratteristiche è strettamente connessa agli asset più rischiosi, la diversificazione per quanto costosa, e comunque non è detto che si riveli redditizia, potrebbe costituire una polizza assicurativa sul proprio portafoglio non indifferente.

Il tema della diversificazione valutare è ancor più complesso se si considerano le caratteristiche essenziali di ciascuna valuta, spesso dovuta ai tratti essenziali dell’economia del relativo Paese.

In estrema sintesi sono le seguenti valute ad essere prese in considerazione in quanto hanno una certa liquidità sui mercati internazionali: yen, dollaro, dollaro australiano, dollaro canadese, corona svedese, zloty polacco, corona norvegese, corona danese, franco svizzero, real brasiliano, sterlina inglese, renminbi cinese, dollaro di Singapore. 

 

Ci sono le valute dette core, considerare difensive che tengono ad apprezzarsi nei momenti di crisi come yen, dollaro Usa, sterlina inglese e franco svizzero e le valute legate alle materie prime come dollaro australiano, real brasiliano, ecc..

Tra le valute considerate a maggior margine di apprezzamento sono quelle emergenti che tuttavia continuano a risentire delle politiche espansive continuamente utilizzate dalle relative banche centrali, soprattutto in fasi come quelle attuale in cui si ha un certo ridimensionamento della crescita.

Ci sono poi strumenti che consentono all’investitori di mitigare la complessità dell’argomento, ossia i fondi di investimento; questi utlimi servendosi di una gestione attiva, consentono di investire in valuta locale permettendo quindi all’investitore di diversificare il proprio rischio.

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