Washington Post : Monti teme ritorno della politica

Il premier italiano Mario Monti nell’ambito di una conferenza stampa congiunta con direttore generale del Wto, Pascal Lamy, ha espresso soddisfazione per la decisione assunta dalla Corte Costituzionale tedesca circa il fondo salva Stati Esm.

Crisi euro Mario MontiMonti si è detto non preoccupato dalle limitazioni imposte dalla Corte tedesca, dichiarando che non costituiranno un freno al processo in corso di stabilizzazione dei mercati, che anche oggi ha dato un segnale concreto con il rialzo dei mercati finanziari e la riduzione degli spread.

A questo punto via libera al fondo Esm, nonostante il tetto dei 190 miliardi di euro, e al Fiscal Compact.

Mario Monti continua ad elogiare il lavoro fatto dal governo, dopo che ieri aveva dichiarato in un’intervista che il peggioramento del quadro macro era dovuto anche alla manovre repressive messe in atto dall’esecutivo, che aveva come priorità il risanamento dei conti pubblici.

In giornata il Washington Post ha divulgato un’intervista concessa durante il Workshop Ambrosetti di Cernobbio, nel quale Monti si è detto incerto sul suo futuro dopo aver lasciato Palazzo Chigi. Al contrario di quanto dichiarato qualche giorno fa, nell’intervista il premier si dice preoccupato per il ritorno della politica alla guida del Paese, contando sui paletti che verranno imposti dalla Bce.

Giornale Washington PostMonti nell’intervista ha poi sottolineato che al momento l’Italia non ha nessuna intenzione di ricorrere allo scudo antispread, vista la sostanziale riduzione degli spread. La Bce, intanto, dichiarando guerra contro la speculazione ha allontanato gli speculatori dai mercati, concretizzando di fatto l’affermazione di Mario Draghi che dichiarò l'”irreversibilità dell’euro”.

Lo scudo è una protezione futura per i mercati, ma non è detto che effettivamente verrà utilizzato. Il budget di 500 miliardi di euro inoltre è troppo basso per un piano di difesa adeguato. C’è da sperare che la situazione torni definitivamente a posto, ma le insidie rimangono ancora molteplici a partire dalla Grecia che continua a trattare con la Troika nuovi aiuti, indispensabili per mantenere in piedi la costosa struttura statale del Paese. Il premier Antonis Samaras ha dato al propria disponibilità a trattare nuovi interventi ma chiede più tempo per ridare ossigeno al Paese.

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