Una ricerca condotta dall’Istat rileva le ennesime difficoltà dell’economia reale italiana che continua a risentire pesantemente della crisi economica. Il mercato del lavoro è fermo al palo e le ultime evidenze mostrano un crescente tasso di disoccupazione che stenta a migliorare senza interventi specifici da parte del governo.
Le famiglie italiane sono in seria difficoltà, tanto che secondo l’Istat ben una su tre non consegue redditi in grado di assicurarle una vita dignitosa, tanto da non riuscire ad arrivare a fine mese. Ma c’è anche chi sta peggio, considerando che una famiglia su quattro per arrivare a fine mese è costretta ad indebitarsi entrando in un vortice di difficoltà dalle quali difficilmente riesce a tirarsi fuori.
Anche uno studio Eurispes “Italian Spread, la differenza fra ricchezza, redditi dichiarati e tenore di vita”, pubblicato in data odierna rileva le difficoltà italiane in un contesto turbolento come quello che stiamo vivendo in questi mesi.
Difficile inoltre fare valutazioni compiute perché sull’Italia pesa la macchia del sommerso. L’evasione fiscale ed il nero è tale da rendere difficile la valutazione dei dati provenienti dai numerosi studi tanto che l’Eurispes stima un sommerso vicino ai 530 miliardi di euro.
Si tratta di numeri che fanno girare i polsi, considerando che tale cifra rappresenta l’intero Pil prodotto complessivamente da Finlandia, Portogallo, Romania e Ungheria.
I dati Eurispes sono decisamente preoccupanti tanto che riferiscono che il 53% dell’economia non osservata è costituita da evasione fiscale per il 29,5% e dall’economia informale per il 17,6%.
Il sommerso rappresenta una parte preponderante dell’economia italiana ed è diverso a seconda del contesto preso in considerazione. Ad esempio nel Mezzogiorno è storicamente più elevato, come conferma Eurispes, tanto che considerando lo spread tra ricchezza dichiarata e benessere reale in Puglia è pari a 54 punti, in Sicilia a 53 punti, in Campania 51 punti, in Calabria 50 punti.
Il Paese quindi vive su due economie, quella evidenziata dai numerosi report dell’Istat e delle società di ricerca come Eurispes, e quella invece sommersa i cui numeri possono solo abbozzarsi con previsioni più o meno centrate.
Intanto gli ultimi dati Istat sono stati davvero preoccupanti con una disoccupazione che è salita al 10,5%, registrando una crescita del 2,7% su base annua. Si tratta di dati allarmanti considerando che tra i giovani la disoccupazione è al 35%, e fino al 48% nei Paesi del mezzogiorno.
Anche qui c’è da scorporare quelli che lavorano in nero, ma comunque la statistica dei disoccupanti è crescente.