Standard & Poor’s declassa 15 banche italiane

Dopo una giornata di grande entusiasmo per il listino finanziario milanese, con un rialzo del 6,34%, torna a farsi sentire la mano potente delle agenzia di rating, che negli ultimi anni hanno più volte colpito il Bel Paese con giudizi pericolosamente negativi da far crollare i corsi azionari ed alzare gli spread.

Standard e Poor'sL’agenzia S&P ha deciso di declassare ben 15 banche e rivedere in negativo il proprio giudizio sull’Italia. Proprio il debole quadro macroeconomico è stata la vera causa della decisione di declassare le banche, con una recessione che non da segnali di inversione e che, secondo a Standard & Poor’s, sarà più profonda e lunga di quanto stimato precedentemente.

La recessione, secondo l’agenzia di rating a stelle e strisce, rischia di creare un certo sconquasso sul sistema finanziario, provocando un elevato rischio di credito per le banche. Il fattore “rischio economico” è stato innalzato da 4 a 5, portando  il rischio di credito su livello alto.

Le previsioni del Pil sono in flessione del 2,1% nell’anno in corso e dello 0,4% nel 2013.

Tra le quindici banche prese in considerazione non rientrano i big del credito Intesa ed Unicredit, cosi come Mediobanca, ma Ubi Banca, Mps, Bpm.
Tra le banche minori il declassamento interessa Banca Carige, Bper, Dexia Crediop, Iccrea, Agos-Ducato.

Governo italiano Mario MontiLa situazione italiana preoccupa gli americani e l’Italia non è la Grecia, se va in difficoltà gli effetti sarebbero a dir poco sistemici, con un impatto notevole sia in Europa che nel resto del mondo. Certo dopo le manovre volute da Monti era normale un rallentamento dell’economia ma di contro, migliorerà di molto la situazione finanziaria, soprattutto se verrà centrato il pareggio di bilancio, come da accordi europei, entro il 2013.
Un altro fattore da prendere in considerazione è il ruolo cruciale assunto nella governance europea da Mario Monti.

L’intervento di Standard & Poor’s appare stonato, in una giornata di entusiasmo in cui dalla Bce era arrivato un parere ben diverso, sottolineando gli enormi progressi fatti dai governi, con interventi strutturali, che porteranno benefici notevoli nei prossimi anni.

La decisione con ogni probabilità creerà forti polemiche in una situazione già tutt’altro che tranquilla tra Consob ed agenzie di rating.

Ed anche questa volta il tempismo è stato impeccabile, in una giornata positiva come quella di ieri, nessuno si sarebbe mai aspettato un intervento del genere. Ed invece puntualmente una delle tre agenzie di rating a stelle e strisce ha pensato di far sentire la propria ascia sul sistema italiano.

Nei prossimi giorni sono attese reazioni da parte dei leader politici europei, per un braccio di ferro che sembra dover durare ancora molto tempo. Rispetto al passato tuttavia, in più occasioni si è evidenziata l’assoluta inefficacia di notizie di downgrade sulla volatilità dei mercati.

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