Seduta di forte rialzo per le borse europee che archiviano la seduta di ieri e registrano un’ondata di acquisti con il Ftse Mib che grazie ad una progressione del 6,34% porta il suo indice principale nuovamente sopra i 14 mila punti.
Volano i titoli del comparto bancario con le big Intesa Sanpaolo e Unicredit in rialzo rispettivamente del 12,5 e dell’8,5%. Maglia rosa a Mediolanum con un rialzo di circa il 16%.
Solo ieri l’indice aveva perso il 4,64% mostrando la consueta volatilità di agosto, in cui complice i bassi volumi, i mercati si mostrano senza spina dorsale, disorientando i piccoli investitori. Basta una semplice dichiarazione a trasformare il paradiso in inferno e viceversa..
Bene anche Madrid, il cui indice principale, l’Ibex 35 è salito de 6% a 6.755,7 punti. Il Dax di Francoforte e il Cac di Parisi sono saliti rispettivamente del 3,93% e del 4,38%, mentre il Ftse 100 di Londra del 2,21% a 5.787,28 punti.
Ago della bilancia sempre l’Eurozona, ormai unanimamente riconosciuta come epicentro dell’attuale crisi finanziaria.
Ad alimentare il rialzo le parole espresse dal presidente della Bce Mario Draghi, che dopo aver tormentato ieri i listini dichiarando che al momento non sono previsti interventi immediati, ha dato il proprio parere positivo allo scudo anti spread e all’attribuzione di maggiori poteri, in primis quello di varare misure non convenzionali in stile Fed.
In netto miglioramento anche il differenziale di rendimento tra titoli di Stato dei Paesi periferici e Bund. In particolare lo spread tra Btp e Bund è sceso a 465 punti, dopo aver chiuso la seduta di ieri sopra i 500 punti base e registrato come massimo odierno i 520 punti. Lo spread tra massimo e minimo, rispettivamente 520 e 456 punti dimostra la volatilità del mercato.
In evidente ridimensionamento anche lo spread tra Bonos e Bund che scende a 548 punti base, con il decennale che porta il rendimento al di sotto del 7%.
Una risposta perentoria, quella delle economie ultimamente più martoriate, che dovrà esser confermata nelle prossime settimane, e con gli scarsi volumi d’agosto non sarà semplice.
Intanto in serata a gelare gli entusiasmi è arrivata la consueta stangata di Standard & Poor’s che ha tagliato il rating di 15 banche italiane e ha espresso un parere peggiorativo sulla durata della recessione rispetto a quanto affermato la volta precedente.