L’economia mondiale vivrà un anno di forte declino, che partendo dalla profonda recessione europea si spinge negli Stati Uniti e attraversa tutti i Paesi emergenti. Dopo anni di robusta crescita anche la Cina sente il peso del rallentamento dell’economia, probabilmente perché il suo principale mercato di sbocco è proprio il vecchio continente.
Il piano quinquennale, fortemente voluto per stimolare i consumi interni e ridurre la dipendenza da altri mercati, inizia a dare i suoi effetti, ma ci vorrà molto tempo perché il Dragone riesca a crescere a gran ritmo contando prevalentemente sui propri consumi.
Il Paese asiatico ha presentato i dati relativi all’indice manifatturiero che ha evidenziato un calo a 50,1 punti rispetto al 50,2 del mese precedente e dei stimati 50,4 punti. Si tratta di un livello limite considerando che la soglia tra contrazione e crescita è pari a 50 punti.
Gli Stati Uniti, dalla Federal Reserve al presidente della Casa Bianca Barack Obama, chiedono un maggior interventismo all’Europa, a loro dire principale artefice del rallentamento economico d’oltreoceano. La risposta finora è stata tiepida, anche se dall’insediamento di Mario Monti qualcosa è cambiato.
Nell’ultimo vertice dell’Eurogruppo la sua determinazione e fermezza ha spodestato Angela Merkel dalla guida indiscussa del continente. Ora il punto di riferimento è il premier italiano e non è un caso che nella settimana tra le più importanti per le sorti europee ha deciso di incontrare singolarmente i principali leader europei.
La sua intenzione è quella di costruire intorno a se una leadership forte, sapendo di aver piena fiducia dagli investitori.
Mario Monti gode di stima a livello internazionale, non dimentichiamoci che fu proprio Angela Merkel tra i suoi principali sostenitori, tanto che i maligni sostengono che sia stato il duo Merkel-Obama a chiedere a Napolitano di far pressioni sull’ex premier Silvio Berlusconi per fare un passo indietro.
Tra Hollande e Monti c’è una grande solidità ed anche il premier Rajoy è sulla stessa linea. Adesso toccherà alla Bce decidere cosa fare per sostenere i mercati, e la risposta la conoscono tutti: attivare lo scudo anti spread. Le manovre messe in atto da Italia e Spagna sono state piuttosto decide, ed hanno eliminato inefficienze decennali che aleggiavano sui sistemi economici dei Paesi periferici.
C’è ancora molto da fare, ma vi è consapevolezza unanime che i due Paesi hanno assolto il compito ed ora meritano protezione per il bene di tutti, triple A e non.