La crisi economica è ormai globale, anche se l’epicentro è costituito dall’Eurozona e da più parti, dall’Asia agli Stati Uniti, si attende con trepidazione l’innesco di un circolo virtuoso che possa portare fuori dalla crisi il vecchio continente.
La settimana che sta per iniziare sarà decisiva, con alcuni incontri tra leader europei, in primis quello in programma Martedì tra i premier di Italia e Francia, Mario Monti e Francois Hollande, nel quale si discuterà sulle misure da attuare dopo quanto deciso nel vertice Eurogruppo del 28 e 29 giugno scorso a Bruxelles. Il giorno successivo il premier italiano incontrerà Jyrki Katainen (primo Ministro della Finlandia)
La posizione finlandese è tutt’altro che rilassata, dopo che dal paese nordico sono emerse critiche accentuate sulla gestione della crisi, con particolare riferimento alla gestione della situazione in Grecia, tanto da prendere posizione contro l’erogazione della tranche di aiuti prevista a settembre.
Giovedì altro incontro importante, quello a Madrid con il premier spagnolo Rojoy. Italia e Spagna sono le vittime degli attacchi speculativi negli ultimi giorni, che hanno portato gli spread sui massimi annuali.
In settimana si è parlato molto di un attivazione dello scudo anti-spread, misura già approvata nel vertice Eurogruppo.
Sulla Spagna si sono espressi anche gli economisti del Fmi, che hanno giudicato positivamente quanto fatto dal paese iberico per fronteggiare la crisi, pur sottolineando che Madrid può lasciarsi alle spalle la crisi soltanto se metterà in pratica misure concrete a livello comunitario.
Un altro richiamo all’azione per l’Eurozona viene da più parti, dal Fmi alla Fed, per passare poi ai proclami degli stessi leader europei.
L’ente sovranazionale Fmi, guidato dall’ex ministro delle Finanze francese Christine Lagarde, ha sottolineato come il piano di aiuti ricevuto la scorsa settimana (100 miliardi di euro per le banche iberiche) può riportare fiducia sul Paese con il ritorno di investitori istituzionali, fondamentali per risollevare le sorti del Paese.
Le previsioni economiche sul Paese sono molto deboli, con un Pil stimato in calo dell’1,7% nel 2012 e dell’1,2% nel 2013. Solo nel 2014 il Paese ritornerà a crescere, con un Pil previsionale allo 0,9%.
Stime in miglioramento per il rapporto debito pubblico previsto all’89,6% nell’anno in corso.
Dal report del Fmi emerge quindi un certo ottimismo sulle prospettive iberiche ma con il focus che rimane sulla capacità di agire da parte del vecchio continente, che negli ultimi anni ha mostrato una certa incapacità ad assumere decisioni unilaterale con una certa concretezza.
Il futuro dell’Europa dipende proprio dalla capacità di fare sistema, creare un meccanismo di governante unitario e misure in grado di rispondere con efficacia agli attacchi speculativi.