Un’altra giornata di grande passione quella di ieri sui mercati finanziari, dove si respira un aria piuttosto tesa, con la speculazione che prende sempre più piede sul mercato dei bond governativi. Sotto pressione i titoli di Stato periferici, con lo spread tra Btp e Bund decennale che si è portato nuovamente sopra ai 500 punti base, sui massimi dall’inizio dell’anno.
La chiusura del differenziale è stata a 535 punti base, con il rendimento saldamente sopra il 6%. Su tratta di livelli che registrano nuovi massimi dal gennaio scorso.
Ad innescare la miccia venerdì scorso l’annuncio del piano di aiuti da 100 miliardi di euro alle banche iberiche e la contestuale richiesta di aiuti da parte di alcune regioni spagnole, tra le quale la Catalogna, da sempre considerata la parte ricca spagnola.
Lo spread tra Bonos e Bund è salito a 650 punti portando il rendimento del decennale al 7,45%.
I mercati non smettono di respirare forti tensioni ed anche ieri l’indice principale di Milano, il Ftse Mib, ha chiuso la seduta con un ribasso del 2,71% spinta dalla performance molto negativa del comparto bancario.
Attesa sull’andamento della borsa tedesca, dopo che lunedì, a mercati chiusi, Moody’s ha rivisto in negativo l’outlook sul debito del Paese. Il presidente dell’Eurogruppo sulla decisione dell’agenzia di rating a stelle e strisce ha sottolineato che i fondamentali dei Paesi oggetto del provvedimento, alludendo oltre alla Germania anche a Olanda e Lussemburgo, sono sani.
Per l’Italia grande attesa per l’asta in programma il prossimo 27 luglio in cui andranno collocati circa 8,5 miliardi di euro. Curiosità per i rendimenti, che con gli spread cosi elevati potrebbero ulteriormente salire qualora non dovesse esserci una domanda adeguata.
Il governo ha deciso nei giorni scorsi di non effettuare aste nel mese di agosto, ma di utilizzare la liquidità disponibile visto il livello del differenziale.
La speculazione torna a tormentare i mercati che rivivono quanto successo alla fine dello scorso anno, poi placato con la decisione del presidente Bce, Mario Draghi, di intervenire a sostegno delle banche. In questo contesto è attesa una reazione dall’Eurogruppo e dalla banca centrale, come il varo dello scudo antispread o nuovi interventi non convenzionali come richiesto a gran voce dalla Fed.
La Bce per tre volte in meno di un anno ha abbassato i tassi di interesse, ora allo 0,75%, ma secondo la Federal Reserve ha ancora spazi di azione per cercare di rilanciare la situazione asfissiante in cui si trova l’Eurozona.