Settimana molto difficile per le borse europee che hanno rivissuto le forti tensioni degli ultimi anni. Soprattutto ieri, in concomitanza con il vertice Ue convocato per confermare gli aiuti alle banche spagnole, i mercati hanno preso negativamente l’annuncio dello stanziamento di 30 miliardi di liquidità in favore delle stesse, sempre più coinvolte nella bolla immobiliare che ha caratterizzato il Paese.
In realtà i ministri delle Finanze riunitisi ieri hanno ampliato il piano che mette a disposizione delle banche fino a 100 miliardi in caso di necessità.
Piazza Affari insieme all’Ibex, indice principale spagnolo, è quello che ha pagato maggior dazio dopo il sell off. L’indice di Milano ha perso il 4,5% circa, portando il saldo settimanale in negativo del 3,8%. E’ andata decisamente peggio a Madrid, che ha perso il 5,82%.
L’annuncio sulla decisione dell’Eurogruppo tuttavia era già attesa in quanto discussa nell’incontro avutosi a Bruxelles nel mese di giugno. A spingere al ribasso i mercati probabilmente la richiesta formale di aiuti arrivata ieri dalla Catalogna e da Valencia, che hanno ammesso di trovarsi in seria difficoltà e potrebbero avere necessità di aiuti specifici per rimanere in piedi.
In Spagna si respira un’area di grande difficoltà con un accanimento di scioperi e manifestazioni in piazza dopo che il premier Rajoy ha annunciato un nuovo intervento di austerità, che prevede il taglio delle tredicesime sugli stipendi.
Ancora tensioni sui differenziali di rendimento che registrano forti impennate. Ieri il differenziale di rendimento tra Btp italiani e Bund tedeschi ha superato quota 500 punti base con i rendimenti del decennale che hanno superato il 6%. Di gran lunga peggio la Spagna, il cui spread è oltre i 600 punti base.
Anche dagli Stati Uniti hanno espresso preoccupazione per quanto sta accadendo in Europa, nonostante negli ultimi mesi si stia cercando di fare il possibile per risanare i conti.
Potrebbe esser troppo tardi hanno sottolineato in molti, ma di certo quanto si sta facendo dovrà portare un resoconto nel medio periodo, nel breve è invece chiaro che la repressione frenerà ancor di più la crescita.
In Italia l’azione di Mario Monti ha una valenza strutturale, quindi apprezzabile nel medio/lungo periodo, anche se il deficit sta scendendo ed il pareggio di bilancio non rappresenta più un’utopia. Sarà determinante anche lo spread, che se rimarrà sui livelli attuali potrà richiedere necessariamente una nuova manovra, anche se il ministro Grilli lo ha escluso.
Tornando agli States, dopo Obama anche il presidente della Fed Ben Bernanke ha sottolineato che in Europa ci sono dei rischi significativi di peggioramento della situazione, enfatizzando il rischio contagio che ha sul resto del mondo.
Rassicurazioni invece arrivano dallo stimato ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schauble, che dopo aver elogiato l’operato di Mario Monti ha sottolineato che a suo parere l’Italia non avrà problemi.