Spending Review: per Giovannini i tagli mettono a rischio attività dell’Istat

IstatLa Spending Review colpirà in maniera sensibile anche l’Istat, che secondo il presidente Enrico Giovannini, dati gli ultimi tagli apportati dal governo, non riuscirà a portare avanti con qualità il proprio lavoro.

“A partire dal prossimo anno non effettueremo più statistiche”. Durissimo il commento di Giovannini, che in un’intervista rilasciata a Repubblica mette a nudo il proprio disappunto su quanto deciso dal governo guidato da Mario Monti, che ha tagliato lo stanziamento per l’istituto di ricerca che a detta del suo presidente, insieme a quelli già apportati dalla legge di stabilità dello scorso anno, impedirà di fatto la fornitura di dati affidabili a supporto del lavoro dell’Istat.

Il presidente dell’Istat parla di un buco da 20 milioni di euro, che porta lo stanziamento complessivo a 150-160 milioni, sufficiente a pagare affitti e stipendi, ma non a svolgere con compiutezza l’attività di ricerca. Si tratta di uno degli stanziamenti più bassi in Europa, circa la metà del budget della Francia.

Ma l’Istat come ricorda Giovannini ha degli obblighi a livello comunitario, dato che il 70% del lavoro svolto gli viene demandato dalla stessa Unione Europea.

Il paradosso è che si continua a parlare di interventi a sostegno della ricerca, sviluppo ed innovazione ed invece nel concreto le risorse si continuano a tagliare rischiando di allargare ulteriormente il ritardo del Paese rispetto ad aree più virtuose del vecchio continente.

Enrico Giovannini IstatA questo punto c’è da sperare che la situazione sia meno grave di quanto descritta da Giovannini, perché altrimenti la stessa sopravvivenza dell’Istat dovrebbe esser messa in discussione in quanto non ha senso mantenere una struttura di ricerca senza che assolvi con efficacia ed imparzialità al proprio compito.

Il presidente ha sottolineato inoltre che se da un lato vengono tagliate le risorse, dall’altro aumentano le richieste di indagini. Un’incongruenza che mette in seria difficoltà l’istituto, che nell’ultimo semestre ha prodotto circa 2.000 dossier contro i circa 1.500 dossier prodotti in tutto lo scorso anno.

L’appello di Giovannini è al presidente Mario Monti, sperando in un ripensamento da qui al mese di ottobre, quando ci sarà l’ufficialità nella finanziaria per il prossimo anno.

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