La crisi economica globale continua ad influenzare le scelte politiche delle banche centrali, che sono tornate ad attuare decisioni di politica monetaria espansiva dopo i tagli già registrati durante l’anno in corso.
Non solo la Bce ma anche la Cina ha deciso di tagliare i tassi di interesse per sostenere l’economia locale, che nell’ultimo periodo registra un rallentamento del proprio ritmo di crescita rispetto alla media degli ultimi 10 anni. Si tratta del secondo taglio deciso dalle autorità di Pechino in meno di due mesi.
I tassi di interesse sono stati portati al 6%. Inoltre la banca centrale ha abbassato la soglia dei prestiti al 70% dai tassi di riferimento rispetto al precedente 80%.
Si tratta di tassi mai così bassi da Lehman Brother’s.
La reazione delle banche centrali cerca di impedire che la situazione continui a peggiorare creando un circolo vizioso. Dello stesso avviso anche la banca centrale inglese che ha ribassato i tassi portandoli al minimo storico dello 0,5%.
La banca inglese oltre a ridurre i tassi ha anche annunciato un Quantitative Easing da 375 miliardi, aumentato di ulteriori 50 miliardi di sterline.
In Europa, invece, i tassi sono stati portati dalla Bce allo 0,75%, una riduzione dello 0,25% rispetto al precedente 1%. La decisione è stata seguita da una conferenza stampa del presidente Mario Draghi che ha evidenziato le difficoltà del vecchio continente e l’importanza di agire immediatamente per contrastare la sfiducia presente sui mercati.
Sui mercati “sell on news” gli spread sono nuovamente in rialzo. Mentre l’euro perde quota nei confronti delle principali valute mondiali.
Ragazzi siamo proprio messi male eh? Poi la Cina non doveva essere la locomotiva mondiale?
Proprio così signor Peppe, le certezze di qualche anno fa stanno venendo meno, in molti si erano illusi che la straordinaria crescita asiatica potesse continuare all’infinito trainando con se il resto del continente.
La realtà invece è diversa, il capitalismo ha creato forti interrelazioni tra le diverse economie dove quelle occidentali al contrario di quanto si pensi, continuano a far la parte da leone. L’Asia non crescerebbe cosi tanto se fosse orientata esclusivamente verso i consumi interni.
Le imprese europee sono poco competitive a livello globale ma hanno un elevato livello di domanda; dunque oggi l’Europa è un importante mercato di sbocco a livello internazionale e l’attuale crisi ha ridotto le capacità di assorbimento dell’offerta altrui, determinando un freno a livello globale.
Sul primo punto “siamo messi male” ti rispondo con la mia opinione: personalmente credo che questa crisi cambierà in maniera radicale determinati equilibri e l’Europa perderà definitivamente la proprio posizione politica a livello internazionale, a meno che non dimostrerà una solidità mai vista ed una governance unitaria molto forte.