Bce taglia i tassi allo 0,75% e Draghi spaventa i mercati

Presidente Bce Mario DraghiLa decisione della Bce di tagliare i tassi di interesse dello 0,25% allo 0,75% non è piaciuta ai mercati, non tanto per la decisione in se ampiamente scontata negli ultimi giorni, quanto per le parole espresse da Mario Draghi, che ancora una volta non ha nascosto il clima di perplessità e sfiducia che attornia il vecchio continente.

Negli ultimi giorni i mercati finanziari hanno reagito positivamente all’esito del vertice Ue di Bruxelles, in cui Mario Monti è stato accolto come un eroe per aver piegato la ferma volontà della Merkel di non cedere nulla agli altri Paesi europei.

C’è ancora molto da fare, di questo ne è convinto Mario Draghi dal suo mandato. Oltre al noto Ltro da 1.000 miliardi circa, con il quale ha concesso credito all’1% alle banche, ha per ben tre volte tagliato i tassi d’interesse, coraggiosamente aumentati dall’ex numero uno del board Jean-Claude Trichet, che probabilmente aveva preso sotto gamba le prime avvisaglie di crisi in Grecia, Portogallo e Irlanda, protratte anche in Italia e Spagna.

Tornando alla giornata odierna, dopo la conferenza stampa di Draghi, oltre che i mercati anche lo spread tra il Bund e i principali Paesi periferici hanno registrato sensibili incrementi. Il rapporto con il Bund si è nuovamente portato sopra i 450 basis point, chiudendo a 463 punti dopo la chiusura di ieri a 433.

Mario Monti e Angela MerkelIl rialzo anche lo spread con il bonos spagnolo con il rendimento del decennale che supera il 6,5% nonostante una domanda sostenuta.

A Milano dopo l’annuncio di Draghi l’indice principale è colato a picco arrivando a perdere oltre il 3,5% per poi chiudere in ribasso appena oltre il 2%. Tra i settori, è il comparto bancario quello più colpito dalle vendite, con diversi titoli sospesi per eccesso di ribasso tra i quali Unicredit (-5,13%) e Intesa Sanpaolo (-4,4%).

Le vendite si sono estese anche a titoli utilies come Enel (-3,22%), Telecom Italia (3,3%), mentre andamento contrario per Finmeccanica ( 2,2%) e Ansaldo Sts ( 3,9%).

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