Uno dei temi caldi nell’agenda del governo Monti, sempre impegnato nel rilancio della credibilità dell’Italia a livello internazionale è quello della riforma del mercato del lavoro.
Si tratta di uno dei temi storicamente più caldi in assoluto basta ricordare cosa accadde nel 2001 quando si cercò di introdurre un sistema flessibile del lavoro. Dieci anni fa le cose non furono fatte nel modo giusto, ma fu completata solo la prima delle due parti contenute nel libro bianco di Marco Biagi.
Il governo focalizzò la propria attenzione sulla creazione di una lunga serie di contratti di lavoro flessibile, mentre non prestò alcuna attenzione ad un elemento considerato altrettanto cruciale, ovvero l’introduzione degli ammortizzatori sociali, che avrebbero consentito al sistema di reggere con maggior forza la perdita del posto di lavoro.
Il ministro del Lavoro Elsa Fornero in un incontro con il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, all’assemblea di Federmeccanica, ha esposto la propria convinzione nella necessità di giungere a riforme condivise per il bene di tutti. Squinzi nei giorni scorsi aveva espresso parole molto dure sull’operato del ministro e della riforma che si stava partorendo chiedendo con forza al governo di intervenire per modificarne i connotati essenziali.
Anche ieri dopo l’incontro il numero uno dell’associazione degli industriali si è detto poco convinto sulla riforma in essere, pur complimentandosi con la Fornero per la sua determinazione nell’affrontare il difficile ruolo che gli è stato proposto, in un momento in cui l’Italia è in difficoltà a causa delle dure manovre di austerità finanziaria approvate dal governo Monti.
Fornero poi rivolgendosi agli industriali ha chiesto un segnale di responsabilità chiedendo a loro reciproca fiducia. Il ministro del Lavoro si dice convinto a portare avanti la riforma e non ha alcuna intenzione di fare passi indietro seppur si dice aperta al dialogo.
Ormai appare scontato che la riforma passerà alla Camera con le sole Lega e Idv contrarie al provvedimento.