Crisi Eurozona, Carney (portavoce Casa Bianca) vede rischio contagio sugli Stati Uniti

Dopo le parole molto pesanti espresse durante il weekend scorso dal guru della finanza Gorge Soros sulla situazione precaria dell’economia dell’Eurozona (leggi l’articolo), la gestione della crisi europea trova numerose critiche. Il magnate ungherese aveva sottolineato che l’Europa ha di fronte a se tre mesi decisivi in cui la salvezza della moneta unica dipenderà dal dietro front della Merkel e della Bundesbank sul tema Eurobond.

Jay Carney Casa BiancaA polemizzare sull’azione europea ci ha pensato oggi Jay Carney, portavoce della Casa Bianca. In realtà, nel consueto discorso settimanale, anche il presidente degli Stati Uniti Barack Obama aveva espresso il proprio disappunto sull’Eurozona, ritenuta la principale responsabile del rallentamento economico degli Usa. In particolare Obama ha attribuito al vecchio continente le responsabilità di una mancata ripresa del mercato del lavoro, con il tasso di disoccupazione all’8,2%.

Il tema lavoro è molto caldo negli Stati Uniti e Barack Obama si era impegnato personalmente a riportare il tasso di disoccupazione sui livelli pre-crisi. Una mossa non proprio semplice, dato che negli ultimi mesi a scricchiolare è l’intera economia globale.

Carney ha sottolineato che gli interventi posti in essere dall’Europa non sono sufficienti a gestire la crisi in atto e a rimuovere il rischio di una crisi sistemica. Chiaro il discorso del portavoce americano, che precisa l’importanza di evitare la crisi divampi coinvolgendo ulteriormente anche altre economie, come appunto quella a stelle e strisce.

Sull’economia americana, confermate le indiscrezioni di stampa relative a incentivi per rilanciare il lavoro, con i consulenti che sono già a lavoro per un piano di ripresa (anche per rafforzare la campagna elettorale in vista delle prossime elezioni).

A livello internazionale continua a tener banco la situazione della Grecia e della Spagna, con un sempre crescente bisogno di ricapitalizzare le banche. L’idea del presidente della Bce Mario Draghi potrebbe portare maggior credibilità sui mercati , facendo rientrate gli spread attualmente su livelli insostenibili, a tal punto da rendere difficile e complesso il rifinanziamento sui mercati.

Presidente Bce Mario DraghiIl vero tema caldo, che con ogni probabilità verrà discusso a Bruxelles nel prossimo vertice europeo, è quello degli Eurobond, con forti indiscrezioni giornalistiche che parlano di un ammorbidimento della posizione del cancelliere tedesco Angela Merkel. Se forse è troppo presto per lanciare un meccanismo del debito in questa direzione, una strada sicuramente più percorribile è quella suggerita nei giorni scorsi da Alessandro Profumo, ossia la creazione di un sistema di garanzia comunitario del debito.

Intanto in giornata è tornata a farsi sentire l’ombra delle agenzie di rating, con Standard and Poor’s che ha espresso un certo pessimismo sulla permanenza della Grecia nell’euro, ritenendo che c’è almeno una possibilità su tre che il Paese esca dall’euro da qui ai prossimi tre mesi (considerando decisive le elezioni che si terranno il prossimo 17 giugno).

La crisi ellenica ha contagiato inoltre anche la vicina Cipro, che secondo informazioni giornalistiche riportate oggi da autorevoli fonti di stampa, potrebbe presentare di qui a breve una formale richiesta di aiuti alla Bce ed all’Fmi.

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