La crisi economica europea continua ad alimentare tensioni all’interno del vecchio continente e non solo, tanto anche il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha sottolineato l’importanza di trovare una soluzione definitiva per non compromettere la salute dell’intero sistema economico.
Il presidente della Casa Bianca ha precisato che la crisi europea sta generando ombre anche su quella americana, ostacolando una definitiva ripresa degli Stati Uniti. L’appunto di Obama è soprattutto sul mercato del lavoro, che si è attestato all’8,2% su livelli non proprio soddisfacenti anche se in recupero rispetto ai massimi registrati durante la fase più acuta della crisi finanziaria del 2008.
Mario Draghi ha invece sottolineato l’importanza di mettere in funzione il fondo salva Stati per sostenere le economie periferiche del vecchio continente che attraversano una fase cruciale, sia per loro che per l’Ue nel suo complesso; perché è chiaro che ormai gli investitori istituzionali guardano l’Europa come un tutt’uno. Negli ultimi giorni si è parlato di fuga dei risparmiatori dalle banche, situazione che spesso è preludio del default definitivo.
Su questo punto, l’ex numero uno di Bankitalia ha le idee chiare affermando che si farà il possibile per evitare questo tipo di situazione. La sfida più importante rimane quella di circoscrivere la crisi evitandone il contagio anche su realtà più forti che potrebbero far da traino al resto del continente.
Negli ultimi giorni lo spread tra il bond decennale dei Paesi periferici e quello del Bund si è portato su livelli preoccupanti. Il differenziale italiano rispetto a quello tedesco a dieci anni è arrivato a sfiorare i 500 punti base, portando i rendimenti verso il 6%.
Sulla situazione spagnola, che negli ultimi giorni ha dovuto fronteggiare il concreto rischio default della terza banca del Paese (Bankia), Mario Draghi precisa il fatto che in casi come questo (richiamando anche quanto successe nel caso di Dexia) i problemi finiscono per esser inizialmente sottovalutati e presi in considerazione solo quando divengono complessi da fronteggiare.
Draghi ha chiesto chiarezza ai governi, affermando che in questi casi meglio indicare livelli di rischio più elevati di quelli reali, piuttosto che sottovalutarli, in modo da mettere le autorità internazionali in grado di fronteggiare la situazione nei tempi e nelle modalità più opportune.