L’uscita dall’euro da parte della Grecia non è più una remota possibilità. I vertici internazionali si sono riuniti proprio per discutere su un piano che accompagni Atene fuori dalla moneta unica, e che non produca danni irreparabili per il resto del vecchio continente.
A lanciare l’allarme De Standaard, quotidiano belga, che riporta alcune dichiarazioni di Karel De Gucht, uno dei responsabili Ue. Ma arriva secca la smentita da parte della Commissione Ue, che continua a caldeggiare un salvataggio del Paese ellenico.
L’economista belga nell’intervista aveva sottolineato come Bce e Commissione Ue avessero in mente un piano d’emergenza, da mettere in atto qualora la situazione della Grecia non andasse come preventivato, e il Paese verrebbe di fatto estromesso dalla moneta unica.
Negli ultimi giorni sono arrivate parole d’apertura da parte di tutti i principali leader mondiali che, tuttavia, hanno comunque sottolineato che tutto dipende dagli stessi politici greci e dal rispetto di quanto concordato in sede di rilascio dell’ultimo piano di aiuti.
Il commissario agli Affari Economici Ue Rehn ha smentito il piano B anzi ha aggiunto che in realtà si sta lavorando per far si che la Grecia rimanga nell’Unione. La realtà come sempre con ogni probabilità sta nel mezzo, in quanto è fin troppo chiaro che i leader durante il G8 affrontino la questione e non si facciano trovare impreparati al peggio.
Tutto quindi rimandato alle elezioni che si terranno in Grecia il prossimo 17 giugno. Sono in molti a sostenere che l’attuale atteggiamento aggressivo dei vertici sia finalizzato a far si che venga condizionato il voto in Grecia, in favore di partiti in grado di proseguire nella politica di austerity avviata da Papandreou e poi proseguita dal governo tecnico guidato dall’ex vice presidente della Bce Papademos.
A questo punto può succedere di tutto, e tutto si gioca in meno di un mese. Tra i leader europei il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, ha ribadito la ferma volontà di sostenere la Grecia anche in quest’ultima fase, apparentemente più difficile delle precedenti.
Il tormentone Atene continua e pensare che solo qualche mese fa ci si era illusi che con la ristrutturazione del debito il Paese potesse finalmente lasciarsi alle spalle la disperata crisi economica e finanziaria che l’ha travolta da ormai tre anni, da quando Papandreou dopo aver vinto le elezioni nel 2009 ha annunciato il buco nel bilancio pubblico.