Crisi, Fmi chiede azione alla Bce mentre anche la Spagna lancia l’allarme

L’economia del vecchio continente continua a preoccupare i principali vertici internazionali date le implicazioni dirette sulle altre economie. I mercati nelle ultime settimane hanno avvertito tensioni elevate che hanno fatto ritornare i timori simili a quelli che hanno messo sotto pressione gli spread durante gli ultimi mesi dello scorso anno.

Fmi David HawleyIl Fondo Monetario internazionale continua ad esortare ad una maggiore azione la Bce, attraverso il vice direttore per gli affari esteri David Hawley. L’economista del Fmi ha sottolineato come in questo momento la banca centrale europea dovrebbe sostenere il vecchio continente con politiche adeguate finalizzare a superare le attuale tensioni sui mercati.

Secondo Hawley c’è ancora spazio per misure non convenzionali nonostante il duplice taglio dei tassi approvato dal numero uno della Bce Mario Draghi e il piano di iniezione da 1000 miliardi di euro per le banche. Inoltre è necessario un piano di integrazione tra i diversi Paesi per rilanciare la competitività complessiva. In realtà stando alle ultime indiscrezioni giornalistiche, pare che a frenare una discesa dei tassi sotto l’1% è la Bundesbank, che si sarebbe fortemente opposta a questa eventualità.

Il Fmi intanto ha annunciato di aver sospeso i prestiti alla Grecia fino a quando non verrà chiarita la propria posizione in merito a quanto concordato in sede di Troika. Dalla Bce arrivano invece parole di apertura, tanto che la cancelliera tedesca Angela Merkel ha affermato di avere allo studio un piano di rilancio per Atene, attraverso stimoli in grado di rilanciare l’economia.

Nei giorni scorsi anche l’ex numero uno di Bankitalia aveva dichiarato esplicitamente che l’Unione farà il possibile per continuare l’operazione di salvataggio di Atene, ma che dipenderà dalla stessa volontà politica del Paese la permanenza o meno nell’euro.

Cancelliera Angela MerkelIntanto alla vigilia del G8 sono forti i colloqui tra i leader europei e prevale la convinzione che bisogna agire concretamente per contrastare quanto sta succedendo nelle ultime settimane.

Gli investitori stranieri stanno progressivamente uscendo dall’Unione e l’effetto si palpa sui mercato, con la rapida ascesa degli spread. Anche il primo ministro spagnolo ha sottolineato gli ultimi giorni lo stato di stress dovuto ai mercati, che se dovessero proseguire, potrebbero provocare importanti effetti discorsivi, fino all’impossibilità del Paese di accedere ai mercati finanziari.

Pressioni sull’Europa arrivano anche dagli Stati Uniti, negli ultimi giorni travolti da insidie di mercato, con la discesa ripetuta degli indici locali. Vi è il concreto timore di un effetto contagio proveniente dal debito europeo, che potrebbe acuirsi nel caso di uscita della Grecia dall’euro alimentando una forte speculazioni sui rispettivi debiti, soprattutto dei Paesi periferici.

La conseguenza di quest’ultima situazione sarebbe quella di bussare alle porta di Bce e Fmi, per una formale richiesta di aiuti in stile Grecia, Portogallo e Irlanda. La mossa saprebbe di ultima spiaggia e potrebbe provocare anche sull’Italia un effetto speculativo notevole.

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