La maxipatrimoniale, così è stata definita l’Imu da parte di molti esperti del settore, presto presenterà il proprio conto ai proprietari di immobili.
L’impatto sarà particolarmente rilevante per coloro che detengono l’immobile come seconda abitazione, sottoposti ad un’aliquota più elevata rispetto ai proprietari di una sola casa. La stangata arriverà anche per chi ha concesso in locazione l’immobile, e che con ogni probabilità proverà a traslare l’imposta, o parte di essa sull’inquilino.
Il rincaro sarà oneroso per le casse degli italiani che già risentono dalla crisi. Nei giorni scorsi un provvedimento approvato al Senato ha previsto la possibilità per i comuni di apportare un nuovo aumento nell’ordine dello 0,3% (percentuale che può esser anche detratta dall’importo complessivo).
Sarà difficile assistere ad uno storno dell’aliquota da parte dei comuni, se non in rare eccezioni, anche perché secondo il meccanismo predisposto dal governo l’impatto sarebbe direttamente nelle casse dei comuni. In buona sostanza le entrate dello Stato non subirebbero alcuna variazione, rimanendo costanti.
Confedilizia ha annunciato che al momento soltanto due comuni hanno adottato provvedimenti diretti per farsi carico del surplus previsto per l’Imu relativa alla seconda abitazione, e sono Alba e La Spezia, che nello specifico applicheranno aliquote rispettivamente dello 0,4 e 0,46% anziché dello 0,76%.
L’introduzione dell’Imu dovrebbe portare nelle casse dello Stato circa 21 miliardi di euro, cifra piuttosto elevata se considerato che verrà pagata annualmente dai contribuenti.
Tornando all’Imu, l’imposta sarà dello 0,4% sull’abitazione principale e dello 0,76% sugli immobili successivi al primo. Inoltre i comuni potranno decidere di apportare un aumento o decremento dello 0,2% sulla prima abitazione e dello 0,3% sulle successive.
Questo rende difficile effettuare previsioni sull’entità dell’imposta, che dipenderà appunto dall’azione dei comuni che potranno decidere di applicare l’imposta standard oppure adottare la possibilità di effettuare variazioni secondo quanto previsto dalla legge.
Intanto già il prossimo 18 giugno sarà necessario pagare la prima rata dell’imposta, e c’è un clima di generale confusione su quanto bisognerà versare, intanto i siti di diversi comuni hanno messo a disposizione sui loro portali dei sistemi che supportano i cittadini in tal senso.