Dopo i robusti rialzi messi a segno dai mercati finanziari dall’inizio dell’anno, nelle ultime settimane i mercati più esposti al debito Ue hanno registrato una forte attenzione legata alla stabilità finanziaria dei Paesi periferici.
Negli ultimi giorni lo spread tra il debito dei Paesi periferici e quello del benchmark Bund è tornato nuovamente ad allargarsi, provocando forti interrogativi tra analisti ed esperti circa la tenuta del sistema finanziario europeo.
Il clima negli ultimi mesi, in particolare dopo il massiccio intervento varato dalla Bce con l’erogazione di 500 miliardi alle banche, aveva riportato il sereno dopo le forti tensioni vissute negli ultimi mesi dell’anno precedente. Questa volta, a finire sotto il mirino della speculazione, è la Spagna, il cui rating rimane comunque ancora a livello A.
Le agenzie di rating hanno messo sotto osservazione il debito iberico, che al momento è ad un livello superiore rispetto a quello italiano. Nelle prossime settimane non sono esclusi interventi di downgrade, peraltro parzialmente scontati dal recente incremento degli spread.
Uno degli elementi che nelle ultime settimane preoccupa maggiormente gli analisti, contenuto in un articolo pubblicato dal New York Times, è il massiccio acquisto di titoli di Stato effettuati dalle banche italiane e spagnole.
Il timore è quello di rivedere il debito italiano preso di mira dalla speculazione, con il tentativo da parte delle banche di buttare acqua sul fuoco acquistano i relativi bond. Il noto quotidiano finanziario sostiene che nel periodo più caldo della recente tempesta sui mercati, cioè tra novembre e febbraio, le banche spagnole avrebbero acquistato un controvalore di titoli di Stato pari a 68 miliardi di euro, mentre quelle italiane pari a 54 miliardi di euro.
Il N.Y. Times, tuttavia, stempera i toni, dichiarando che le prospettive per l’area euro sono di un leggera recessione, dato confortante rispetto all’iniziale previsione di una recessione sensibilmente più acuta.
A questo punto ci si interroga sulle prospettive per il debito italiano, in cui da un lato la credibilità internazionale del governo Monti dovrebbe garantire nel medio periodo un restringimento degli spread, e dall’altro la difficile situazione dei conti pubblici potrebbe render vani i sacrifici a cui sono stati chiamati gli italiani con le tre manovre varate a partire dall’estate scorsa. Tutto ciò è causato dalla frenata dell’economia globale e dagli elevati tassi passivi pagati sul debito.