Redditometro, un sistema per cercare di combattere l’evasione fiscale italiana

L’evasione fiscale è uno dei grandi problemi radicati nella nostra società e, a quanto sembra, uno dei più difficili da gestire.

Comunque da quest’anno stanno partendo delle misure per affrontare la questione alla radice, cercando di prevenire questo malcostume piuttosto che operare dei tentativi postumi per arginarlo una volta che è stato messo in pratica.

redditometroL’attenzione infatti sta iniziando a concentrarsi su quei soggetti che oggettivamente sono riusciti a spendere materialmente una quantità di denaro maggiore rispetto a quella effettivamente dichiarata al fisco. Le voci di spesa, ovviamente documentate, di questi soggetti sono al vaglio dell’autorità fiscale la quale sta valutando l’ipotesi di inviare loro delle comunicazioni per avvisare di aver notato questi comportamenti sospetti in modo da regolarizzarli in futuro.

L’auspicio dell’Agenzia delle Entrate è quello di riuscire ad arginare questi comportamenti illeciti entro un periodo di tempo piuttosto breve; e le lettere che comunicano i risultati del redditometro si prospettano come un ottimo mezzo in questo senso, anche perché, già in passato molti contribuenti hanno ricevuto comunicazioni più o meno simili che hanno fatto avere buoni risultati.

Le ricerche sempre più attente ed approfondite da parte dell’Agenzia delle Entrate dimostrano come la percentuale di questo tipo di evasori fiscali sia in continuo e costante aumento. I calcoli effettuati dall’Agenzia per rilevare le differenze tra reddito dichiarato e reddito speso si basano su differenze percentuali che rispecchiano soglie limite fissate dallo stesso redditometro. Pertanto il fisco punta a controllare un numero di eventuali evasori all’interno del quale si ha il legittimo sospetto di un’evasione significativa.

Il fine ultimo di queste comunicazioni di avviso da parte del fisco è in definitiva quello di correggere a monte dei comportamenti deviati rispetto alla norma ma, in linea di massima, eventuali indagati possono anche avere la possibilità di presentare una giustificazione documentata circa la discrepanza tra reddito dichiarato e spese effettivamente sostenute.

In definitiva l’atteggiamento del fisco non punta ad essere “aggressivo” o “punitivo” a prescindere ma, al contrario, tende a voler avvisare i contribuenti che il nuovo sistema del redditometro e dello spessometro gli fornisce degli strumenti oggettivi per smascherare comportamenti eventualmente scorretti, in modo che il contribuente abbia modo di operare un ravvedimento prima di essere accusato di evasione.

Si prevede che il numero di comunicazioni per la prossima tornata da parte dell’Agenzia delle Entrate supererà le duecentomila in quanto esse non saranno indirizzate solo ed esclusivamente ai contribuenti ma anche a quei soggetti giuridici che operano gli studi di settore o anche a chi ricopre la figura di intermediario tra il contribuente e il fisco. Quest’ultima opzione verrà applicata nel caso in cui il fisco sospetti che eventuali discrepanze siano legate, più che a malafede, a errori materiali o dimenticanze da parte di chi è preposto alla compilazione delle dichiarazioni annuali.

Altro aspetto che si avrà cura di osservare è che non vengano utilizzate in modo illegittimo le norme relative alle correttive anti-crisi che offrono delle facilitazioni a coloro i quali ne abbiano diritto.

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