Una giornata burrascosa quella appena trascorsa, con i principali leader politici che si trovano in una condizione impensabile alla vigilia delle elezioni politiche. Nessuno poteva immaginare una situazione del genere con il Pd partito di maggioranza ma senza la forza di portare avanti un programma di governo.
Nel contempo il Pdl, insieme al Movimento 5 stelle sono le grandi sorprese della tornata elettorale ma comunque troppo deboli da soli per poter inficiare il centrosinistra. La legge elettorale, studiata per il maggioritario, ha creato al Senato una parcellizzazione di seggi, tale da rendere in governabile il Paese.
Cosa succederà ora? I mercato premono per avere risposte concrete e temono il ritorno alle urne in stile Grecia. Ma la sensazione è che neppure tornando alle elezioni il problema si possa risolvere, a meno che nel frattempo non si da un tempo intermedio alle camere di cambiare la legge elettorale.
PierLuigi Bersani cosciente dell’oggettiva difficoltà di allearsi con Mario Monti (per il problema Vendola) apre la porta ai grillini, chiedendo al comico genovese di stringere un’intesa per evitare di riportare Silvio Berlusconi alla guida del Paese.
La proposta sa di ultimatum “dicano cosa vogliono fare per il loro Paese. O vanno a casa anche loro”. Il segretario del partito democratico fa un discorso molto oggettivo e condivisibile, ammettendo la propria delusione per esser il primo partito ma senza aver la possibilità di governare e questo comporta la necessità di trovare una soluzione.
Bersani respinge invece i segnali di apertura arrivati da Silvio Berlusconi sottolineando che l’Italia ha bisogno di un cambiamento di marcia rispetto a quanto fatto in questi anni dal centro destra pur sperando in un confronto costruttivo in Parlamento.
Commentando la reazione dei mercati ed una prospettiva di uscita dalla moneta unica Bersani ha parlato di una soluzione non percorribile perché si rivelerebbe un disastro.
Ora la palla passerà a Giorgio Napolitano, che avrà il compito di affidare a Bersani l’incarico di formare un governo. Nel dicembre 2011 sorprese tutti, indicando come successore al dimissionario Silvio Berlusconi, Mario Monti che formò poi un governo tecnico.
E probabile che il presidente ormai a scadenza di incarico dia qualche settimana di tempo al segretario del Pd per trovare alleanze valide con altri partiti.