L’ultima manovra varata dal governo tecnico presieduto da Mario Monti, tra le tante cose, contiene nuove restrizioni riguardo le detrazioni d’imposta.
Il tetto di 3.000 euro sulle detrazioni sarà sufficiente a coprire gli interessi passivi pagati sul mutuo, per cui chi ha comprato casa ricorrendo al credito non avrà capienza per inserire altri costi da detrarre dal reddito su cui calcolare l’imposta sui redditi.
Da un lato il governo ha ridotto di un punto percentuale le imposte, dall’altro però è intervenuto sulle deduzioni e detrazioni con un saldo complessivamente negativo in molti casi. Dalle stime effettuate da autorevoli fonti di stampa infatti, una famiglia mono reddito con un unico figlio dalla nuova regolamentazione può ottenere un surplus di imposta di 400 euro rispetto al passato.
Il decreto stabilisce che le spese debbano avere una franchigia di 250 euro ed un tetto max di 3.000 euro. In altre parole, è possibile detrarre spese superiori a 250 euro e solo fino ad un massimo di tre mila euro. Questo vale solo per chi ha un reddito superiore a 15 mila euro (85% degli italiani).
I primi a pagare dazio le famiglie con mutui, che fino a ieri potevano detrarre dal reddito il 19% degli interessi pagati sul mutuo, fino ad un massimo di 4000 euro, quindi un totale di 760 euro. L’attuale regolamentazione conferma il 19% di detraibilità ma fino ad un massimo di 3.000 euro, quindi 570 euro. Una differenza di 190 euro che va sommata al fatto che non è possibile detrarre più nulla.
Potranno sfondare il tetto soltanto le spese sanitarie, ma sempre con franchigia di 250 euro (rispetto ai 129 euro precedenti).
Le stime effettuate dalla Cgia di Mestre confermano quanto scritto nelle righe precedenti. Chi ha acceso un mutuo non avrà molto da detrarre dal reddito. Quindi spese per l’università dei figli, assicurazioni sulla vita, ecc.. non andranno più inseriti in dichiarazione qualora si superi la soglia dei 3000 euro.
Un statistica presentata da Mutuionline sottolinea come il mutuo medio delle famiglie italiane sia di 130 mila euro, con una durata tra i 20 e i 30 anni. Secondo l’agenzia di mutui basta un mutuo ventennale per esaurire il plafond di 3.000 euro per 8 anni se è a tasso variabile e per 15 anni se è a tasso fisso.
Per i mutui di durata e tasso più elevato la situazione peggiora drasticamente.