L’ultimo decreto approvato dal governo l’11 ottobre scorso, contiene novità molto positive riguardo le imprese, che nel contesto attuale di credit crunch, spesso si trovano in grossa difficoltà a dover versare i tributi allo Stato pur con fatturati di un certo livello.
Accade infatti che per via della crisi generale nonostante le vendite aumentino, le casse languano, per via della difficoltà di riscuotere i compensi. Le imprese tuttavia, al di là dell’incasso o meno delle fatture emesse devono comunque versare allo Stato l’imposta sul valore aggiunto. Questo è fino a ieri, in quanto il governo presieduto da Mario Monti ieri ha dato attuazione ad un provvedimento che cambia radicalmente la situazione rispetto al passato.
Finalmente il governo ha recepito la necessità delle imprese di attuare un regime Iva per cassa e non per competenza. Entrerà in vigore a partire dal 1 dicembre 2012, grazie al decreto di qualche giorno fa che da attuazione all’articolo 32 bis del Decreto Legge del 22 giugno 2012.
L’iva per cassa consentirà alle imprese che hanno un fatturato complessivo inferiore a 2 milioni di euro di optare questo regime, che prevede il pagamento dell’imposta sul valore aggiunto soltanto quando il corrispettivo viene incamerato.
Il regime è vantaggioso in quanto, il diritto alla detrazione dell’imposta avverrà al momento del pagamento, mentre l’imputazione al momento dell’incasso, evitando di pagare un’imposta su un credito che non è detto che venga onorato.
Per quanto riguarda il momento preso in considerazione per il versamento dell’Iva, bisogna tener conto se non avviene in contanti, del giorno in cui risulta dalle evidenze contabili l’accredito sul conto corrente del corrispettivo.
Attesa a questo punto la reazione da parte delle associazioni di categoria, che sicuramente esprimeranno soddisfazione verso questo provvedimento, che porterà sollievo in un contesto, quello delle piccole e medie imprese che rimane ancora fortemente sotto pressione.
La nuova regolamentazione inoltre si pone l’obiettivo di dare un’altra spallata all’evasione, scongiurando la mancata emissione di fatture per il timore di dover pagare l’iva.