Credito al consumo in ripresa (+6%) a settembre dopo 14 mesi

Per l’Italia il 2012 sarà un anno di profonda recessione. Secondo le stime divulgate qualche giorno fa dal governo, il Pil registrerà quest’anno un calo del 2,4%,  mentre il prossimo anno calerà dello 0,2% con una ripresa nella seconda parte dell’anno.

Prestiti alle famiglieIn un contesto fortemente ridimensionato dalle misure di austerità varate dal governo una piacevole sorpresa nel mese di settembre è arrivata dalla richiesta di credito al consumo da parte delle famiglie, dopo 4 trimestri consecutivi di richieste in calo.

Si tratta di un parametro  importante, driver di una ripresa dei consumi che rimangono ancora al palo, e che costituiscono uno degli elementi più importanti nella ripresa dell’economia. Se le famiglie tornano a chiedere prestiti e ad acquistare vuol dire che le aspettative di reddito vengono viste in miglioramento.

Nel mese di settembre le richieste sono cresciute del 6% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno, mentre a livello trimestrale il dato è in crescita dell’1%, tornando sui livelli del 2008. A sottolinearlo nella sua indagine Crif, sulla base del monitoraggio di 78 milioni di posizioni creditizie, nel suo consueto bollettino mensile.

CrifMa c’è prudenza da parte dello stesso organismo, che invita alla prudenza del parlare di inversione del trend, considerando che il credito delle famiglie in riferimento alla richiesta dei beni durevoli rimane ancora fragile. Ma sicuramente si tratta di un segnale incoraggiante, che andrà approfondito nei prossimi mesi.

Se si considera il dato da inizio anno, rimane in negativo con un calo del 5% rispetto ai primi nove mesi dello scorso anno. Se nei prossimi mesi continuerà questa tendenza il dato potrà anche esser recuperato segnando un interruzione del trend di discesa di anno in anno, che lo scorso anno si è attestato al -3%, nel 2010 al -4%, nel 2009 al -9%.

Crif sottolinea che complessivamente la crisi si sente ancora molto, considerando che rispetto a 4 anni fa le domande di credito si sono ridotte di circa un quinto.

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