Il mercato immobiliare italiano continua a mostrare segnali di forte cedimento dopo aver rappresentato per diversi anni un asset indissolubile per molti risparmiatori. Proprio nei giorni scorsi un’indagine pubblicata dal Censis ha evidenziato che ben l’81% degli italiani è proprietario dell’immobile in cui risiede.
L’ascesa dei prezzi, durata per circa un trentennio, ha rappresentato una sicurezza assoluta per gli italiani, tanto che la stragrande maggioranza dei cittadini ha accumulato risorse per poi destinarle volta per volta all’acquisto di immobili.
Ma la situazione negli ultimi anni ha subito una forte ridimensionamento, tanto che non solo gli immobili non aumentano di valore, ma si sta formando un vero e proprio trend di stabile riduzione dei prezzi. Molte le concause, dalla difficoltà di ottenere mutui visto il deterioramento del merito creditizio generale ed il credit crunch, e la sempre maggiore presenza di tassazioni sugli immobili, da ultimo l’introduzione dell’Imu.
Tornando al dato divulgato in giornata dall’Agenzia del Territorio, nel primo trimestre dell’anno, le compravendite sul mercato immobiliare hanno registrato una variazione negativa di circa il 18%, segnando il peggior trimestre dal 2004 ad oggi. In particolare il dato si distingue tra il -19,6% registrato nel terziario, il -17,6% nel settore commerciale, ed il -7,9% in quello produttivo.
L’agenzia ha circoscritto le cause delle difficoltà del settore associandole a ragioni di tipo macroeconomico, con il settore che risente, data la sua ciclicità, della recessione che ha colpito l’Italia. Altre cause sono legate ad un quadro macro poco promettente, con una disoccupazione che avanza a ritmi galoppanti.
L’Agenzia del Territorio sostiene che l’Imu non sia una causa importante che possa spiegare la riduzione delle transazioni, che devono invece ascriversi alla situazione economica generale.
A livello territoriale, il calo delle compravendite è piuttosto omogeneo tra le varie aree del Paese. Il mercato sta evolvendo al ribasso anche al Nord, dove le compravendite si sono ridotte del 18,9%. L’area settentrionale del Paese aveva sostanzialmente tenuto finora, tanto che nell’ultimo quarto dello scorso anno la riduzione delle transazioni era stata dell’1,4%.