Facebook crolla dopo Barron’s: il titolo vale 15 dollari ad azione

Continua lo scivolone del titolo Facebook sulla borsa americana. Dalla Ipo il titolo non ha mai arrestato la propria discesa e gli analisti continuano a lanciare pareri discordanti sulle prospettive del più noto tra i social network.

Zuckerberg ceo facebookIeri il titolo ha accusato l’ennesimo crollo, dopo un articolo pubblicato dal settimanale Barron’s, secondo il quale il titolo non vale più di 15 dollari ad azione. Il settimanale finanziario statunitense ha sottolineato che la redditività del gruppo sarà penalizzata dal forte passaggio degli utenti dalla piattaforma desktop a quella mobile, situazione che ha colto alla sprovvista il management guidato da Mark Zuckerberg.

Il passaggio al mobile provocherà una netta riduzione dei ricavi e del traffico, considerando che la piattaforma facebook non si adatta perfettamente a layout troppo piccoli che caratterizzano smartphone e tablet.

I fans che avevano investito ciecamente sul titolo continuano ad esser molto delusi ed il fondatore e Ceo Zuckerberg lo sa bene, tanto che dopo aver preso con disinteresse l’andamento del titolo post Ipo, nelle ultime settimane ha iniziato a mostrare una certa preoccupazione chiedendo al proprio management di studiare un piano di intervento ad hoc.

Ma la discesona del titolo potrebbe essere ancora lunga, considerando che dal 23 ottobre  scadranno una serie di divieti di vendita delle stock option detenute da dipendenti, manager e dallo stesso Zuckerberg, che potrebbero precipitarsi a vendere considerato il crollo vertiginoso.

Settimanale finanziario Barron'sFacebook sottolinea Barron’s è stata quotata su valori eccessivamente elevati ed anche un prezzo di 15 dollari ad azione, vorrebbe dire una quotazione pari a 35 volte gli utili, ben superiore a quella di Apple e Google.

In una recente conferenza stampa di Zuckerberg, la prima da quanto il social network è quotato, il Ceo ha sottolineato il lavoro che si sta svolgendo in questi mesi per adattare la piattaforma al settore mobile.

Sempre nel paniere dei tecnologici Usa situazione diametralmente opposta per Google, che ieri ha registrato un nuovo livello record a 747,89 dollari per azione. E pensare che in seguito alla crisi dei subprime era sceso a 300  dollari per azione.

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