Negli ultimi giorni, dopo i rialzi massicci registrati da inizio anno, la speculazione ha continuato a prendere di mira i Paesi periferici dell’area Euro, seminando il panico tra gli investitori.
Mentre gli spread hanno ripreso la via del rialzo, i risparmiatori continuano a chiedersi quali sono i rischi associati all’investimento in titoli di Stato di taluni Paesi dell’area, come Spagna ed Italia. In realtà secondo il Global Financial Stability oggi come oggi, non ci sono asset privi di rischio, ed anche bond tedeschi o statunitensi, considerati da sempre benchmark, e simboli di bond a rischio contenutissimo, non rappresentano certezze, ma assorbono comunque dei rischi.
Il report del Global Financial Stability sostiene che dopo le recenti crisi finanziarie, nessun asset può esser considerato sicuro. In ogni caso, le ultime statistiche rivelano che il numero di asset privi di rischio, è sensibilmente diminuito nel corso degli ultimi anni. Le previsioni sono di una contrazione per 9 miliardi di dollari, pari a circa il 16% del totale entro il 2013.
Quello che inciderà maggiormente su questa situazione, è il deterioramento del debito relativo ad alcuni Stati, la cui sostenibilità sarà significativamente ridotta. Altro elemento da prendere in considerazione è l’incremento dell’età media delle persone, che comporterà un incremento di benessere individuale con il consequenziale aumento delle aspettative di vita. Situazione che impatterà e non poco in termini di costo per gli Stati.
Si tratta di un fattore che se non governato potrebbe vanificare gli sforzi fatti dai governi sul fronte fiscale. Per gestire al meglio il problema sarebbe necessario, secondo il Global Financial Stability, varare interventi legislativi che portino ad un incremento dell’età pensionabile parallelamente all’incremento della vita media e del benessere sociale.
La longevità sarà quindi un tema da tenere in seria considerazione da parte dei governi mondiali, soprattutto in economie mature dove il processo di invecchiamento è ormai in atto. In particolare, entro il 2050 è atteso un incremento della vita media di 3 anni, situazione che comporterebbe notevoli conseguenze in termini finanziarie, se non arginate con riforme strutturali.
I’Fmi sottolinea l’importanza di procedere con forme pensionistiche complementari, in modo da rendere meno gravoso l’onere per gli Stati che ben presto potrebbero trovarsi nella situazione di non riuscire ad onorare gli impegni nei confronti dei pensionati.