Dall’inizio dell’anno i mercati hanno registrato delle performance molto importanti, riconducibili essenzialmente a due fattori:
- il buon esito dell’accordo in Grecia con gli investitori privati per la rinegoziazione del debito, che ha dato seguito all’erogazione di un nuovo piano di aiuti;
- l’operazione di allentamento monetario messa in atto da Mario Draghi, denominata Ltro.
Si tratta di operazioni che hanno consentito all’Eurozona, soprattutto al settore finanziario, di tirare un sospiro di sollievo in un momento in cui la situazione pareva sfuggire di mano con gli spread su livelli record e carenza di liquidità nelle banche.
La domanda che si pongono in molti è se possa continuare questo clima di euforia. La sensazione è che si sia andati oltre i buoni propositi, e che ben presto si ritornerà a guardare la situazione con maggiore obiettività riconsiderando i fondamentali, che vedono il 2012 come un anno di recessione.
I gestori intervistati da Morningstar nel mese di febbraio sulle prospettive per i prossimi sei mesi, hanno espresso un parere moderatamente positivo aspettandosi un consolidamento del rialzo. Circa il 57% degli intervistati si attende che le borse rimarranno sostanzialmente sui livelli attuali, i pessimisti sono soltanto il 10% (per i quali ci sarà un ribasso), mentre la parte restante ha una visione intermedia.
Per la prosecuzione del rialzo sarebbero necessarie notizie molto importanti, dato che ormai i livelli attuali scontano già il fattore Grecia e Bce. I catalyst rimarranno i fondamentali, con il ritorno alla crescita da un lato e la contrazione del debito dall’altro. In Italia lo spread sul bund continua a viaggiare sotto i 300 punti base, dando fiato alle casse pubbliche.
Quello che in questo momento preoccupa maggiormente l’Europa è il Portogallo. Se dovesse richiedere un intervento, potrebbe ritornare il pessimismo e lo scenario verrà compromesso in poco tempo come avvenne nel caso di Atene. I titoli di stato lusitani a medio termine viaggiano a sconto del 50% sul valore nominale e questo è un dato certamente allarmante.
In questo momento stanno sicuramente meglio gli Stati Uniti, dove la crescita è robusta e l’azione sul mercato del lavoro inizia a dare i frutti sperati grazie alle politiche di sgravi fiscali ed agli incentivi fortemente voluti da Obama.
Nell’ultimo periodo anche le borse asiatiche hanno corso molto, dopo aver pagato nel 2011 le tensioni europee. Le prospettive rimangono positive, con il 62% dei gestori morningstar che vede rosa per i prossimi sei mesi. La crescita sostenuta ed il basso debito sono fattori che spingono ancora a favore dei Paesi emergenti.