Prima di vendere o comprare un’azione gli investitori realizzano studi accurati volti a reperire la maggior quantità possibile di informazioni utili a che l’investimento vada a buon fine.
Informazioni da reperire dunque. Ma ce ne sono di assolutamente valido o assolutamente inutili? Purtroppo no. Tutto rimane legato a ciò che è interessante o meno in base alle intenzioni del singolo investitore.
Le strategie di investimento racchiudono tutte le informazioni possibili che riguardano approcci differenti. I più comuni tra questi sono top down e bottom up, valore vs crescita, larga capitalizzazione vs piccola capitalizzazione, investimenti tematici e analisi tecnica.
Cerchiamo ora di analizzarli singolarmente.
L’approccio all’investimento viene definito top down quando l’investitore considera più rilevante per il proprio investimento l’andamento dell’economia globale piuttosto che la salute di una singola società nella quale intenda investire. Al contrario l’approccio bottom up attribuisce priorità allo stato di salute della singola società. Chi decide di adottare la strategia top down quindi ritiene marginale la scelta dei singoli titoli rispetto all’andamento generale del settore economico in cui la società agisce in quanto, se il settore è in crisi, la società potrebbe, da un momento all’altro, veder ridurre drasticamente i propri utili.Chi adotta invece la strategia bottom up ritiene di fondamentale importanza lo stato di salute dell’azienda a prescindere dall’andamento generale del settore economico in cui essa opera. I fattori che fanno propendere verso questa scelta gli investitori sono molteplici e tra di essi i più significativi sono un solido management aziendale e una quota di mercato in crescita.
Un’altra strategia di investimento che si può decidere di adottare è quella di orientare tale investimento al valore oppure alla crescita.
Gli investitori che credono di più nella crescita tendono quindi ad investire i loro capitali in quelle società che si proiettano verso una crescita rapida. Spesso per investire in questo modo si pagano anche dei sovrapprezzi rispetto al normale prezzo delle azioni, proprio per accaparrarsele prospettando che il loro valore crescerà piuttosto rapidamente. Questo tipo di investitori inoltre appartiene anche alla categoria bottom up. Gli investitori in valore invece concentrano le loro ricerche verso quelle società che sono quotate più a buon mercato rispetto al loro reale valore potenziale, cercando però di capire se si tratti realmente di una società con buoni potenziali o se la bassa quotazione non sia semplicemente legata al fatto che la società sia in cattive acque e, per questo, poco affidabile. Non si può ovviamente dire con assoluta certezza quale delle due strategie sia migliore dell’altra anche perché spesso lo stesso investitore le combina insieme nelle proprie operazioni.
La strategia di investimento che contrappone la larga capitalizzazione alla piccola capitalizzazione distingue gli investitori sulla base della dimensione della società nella quale scelgono di investire. C’è da chiarire a questo punto che la dimensione di una società che ha delle azioni quotate in borsa non dipende dal suo valore economico delle sue attività ma dalla sua capitalizzazione, cioè dal valore complessivo delle sue azioni sul mercato. Le società a larga capitalizzazione vengono anche definite “large cap” o, nel Regno Unito “blue chip” mentre le altre possono essere “mid cap” o “small cap”. La differenza fondamentale sta nel fatto che le large cap attirano di più gli investimenti nei periodi di crisi in quanto sono in grado di fornire agli investitori maggiori garanzie di solidità e stabilità. Un fattore che fa propendere gli investitori verso le società mid e small cap invece è quello che queste ultime hanno un tasso di crescita più veloce, anche se più esposto a rischi di difficoltà finanziarie improvvise.
Altra strategia di investimento è quella dell’investimento tematico. In questo caso gli investitori, più che dal valore economico di una società si lasciano guidare dai temi che influenzano l’andamento dei titoli stessi. Un tema può essere ad esempio quello demografico (ad esempio, in una società che tende ad avere una popolazione “anziana” conviene di più investire in aziende che si occupano di servizi sanitari che non di tecnologie avanzate); un altro tipo di investimento tematico può essere quello dell’investimento etico, cioè della scelta di investire, ad esempio, in società che sono attente all’ambiente.
L’ultima strategia che andremo ad analizzare è quella legata all’analisi tecnica che consiste nello studiare l’andamento delle quotazioni e degli indici di borsa nel corso del tempo. Quest’analisi viene utilizzata per fare delle previsioni sull’andamento futuro degli stessi.