Il rapporto Mediobanca “Indici e dati 2012” curato dall’Ufficio Studi, ha emesso un verdetto molto amaro per la borsa italiana: Piazza Affari con una capitalizzazione complessiva di 358 miliardi di euro, rappresenta la ventunesima borsa al mondo.
Le ingenti perdite realizzati dal listino milanese sono state molto marcate nell’ultimo decennio, a cui si contrappongono robusti rialzi maturati nei Paesi emergenti ed allora non sorprende che ci siano venti Paesi sopra l’Italia. Sono infatti le borse di Cina, Brasile ed India quelle che hanno registrato il maggior rialzo, nel periodo considerato.
Dal dicembre 2001 al gennaio 2012 infatti, l’indice Mib di Milano, che rappresenta i titoli a più elevata capitalizzazione ha registrato una perdite complessiva del 49,2%. In altre parole è stato bruciato metà della capitalizzazione complessiva, con le perdite non si plano ancora, tanto che il minimo storico è stato registrato durante il sell off della scorsa estate. Nel 2002 Piazza Affari era la nona piazza al mondo.
La perdita media annua è stata del 5,6%, peggio di Finlandia e Olanda il cui passivo medio è del 5,1 e 4,7%. Negativi anche Parigi e Londra, rispettivamente dell’1,4 e 1,3%, cosi come Tokyo -1,3%. Positiva la Germania con un 0,1% annuo, ed il Nasdaq 0,5%.
Viaggiano decisamente su altre velocità gli emergenti con la borsa di Bombay 13,5% medio annuo per un rialzo complessivo nell’ultimo decennio del 280%, Russia 13,1%, Brasile 11,8%, Corea 7,7%. Shangai 2% medio annuo, a rappresentare l’11 piazza mondiale.
Mediobanca fa notare che la situazione non muta se il parametro preso come riferimento è costituito dal numero di emittenti. Continuano infatti i deflussi, con delisting progressivi. Nel 2012 ci sono stati infatti due Ipo contro ben 6 delisting.
A livello settoriale, il nostro listino è noto a livello internazionale per avere un’elevata concentrazione di banche. In realtà le perdite maturate negli ultimi anni dagli istituti di credito italiani in borsa, ha portato ad una riduzione del peso relativo nel listino, sceso al 16% nel giugno scorso, contro un massimo del 36% registrato nel 2006.
Di contro, è aumentato il peso delle società industriali, ora al 77% in forte rialzo rispetto al 56% del 2005.
Mediobanca per descrivere i deludenti risultati del nostro listino sottolinea come dal 1996, in 17 anni ben 12 volte il listino ha chiuso con un risultato negativo, e soltanto 3 volte in 17 anni è riuscito a rendere più dei Bot dell’anno di riferimento.