Una giornata di borsa come quella di oggi non se l’aspettava nessuno. Dopo le turbolenze degli ultimi mesi, sui mercati torna il sereno dopo le parole espresse dal presidente della Bce Mario Draghi.
L’ex numero uno di Bankitalia riaccende le speranze su listini compromessi da mesi di ribassi consecutivi, che hanno portato le borse a registrare nuovi minimi, dopo i rialzi estemporanei di inizio anno. Milano tra le piazze più vive con un rialzo del 3,5% a 13.427 punti.
Forti i rialzi per i bancari con Intesa Sanpaolo e Unicredit in progressione rispettivamente del 5,33 e del 4,42%. Maglia rosa per Mediobanca con un rialzo del 6,29%. Non sfigurano le due utilities Eni ed Enel con rialzo più contenuti ma comunque importanti, rispettivamente del 2,8 e dell’1,9%.
In miglioramento anche lo spread tra Btp e Bund. Il differenziale di rendimento scende sotto quota 450 basis point, riportando il sereno sui rendimenti.
La banca centrale europea ha deciso di far rimanere i tassi di interesse fermi all’1%. Cauto Draghi, che ha comunque rassicurato i mercati sulla decisione ed intervenire qualora la situazione dovesse ulteriormente degenerare. La banca europea non rimarrà dunque a guardare e si dice pronto ad azionare i propri poteri, come fatto durante l’inverno scorso con Ltro da 1.000 miliardi in due tranche per le banche.
Draghi ha comunque confermato pieno sostegno alle banche, specificando che sono sempre disponibili le linee di credito assicurate qualche mese fa.
In netto rialzo anche tutti gli altri mercati europei, compreso Francoforte, il cui indice principale il Dax 30 nelle ultime sedute aveva accusato un’evidente flessione ribassista. Il listino tedesco è salito del 2,16%.
I listini ignorano i dati macroeconomici europei ancora piuttosto preoccupanti con la crescita 0 del Pil nel primo trimestre. Su base annuale il dato è però negativo dello 0,1%.
Ed ora, finita la crisi? Certo che no! Il rialzo registrato oggi dai mercati è sicuramente un segnale della volontà di invertire la tendenza e della disponibilità al rialzo, ma ci sono ancora evidenti problemi e scadenze che tengono in allerta. La prima sicuramente quella del prossimo 17 giugno, in cui si tornerà nuovamente alle urne in Grecia per eleggere il presidente del Consiglio, con le forze estremiste sempre più in lizza per una vittoria.
In questa fase da morale sentire Draghi assicurare sostegno ai mercati, ma prima di illudersi meglio attendere cosa accadrà nelle prossime settimane, sempre più decisive per le sorti future dell’Europa e dell’euro.