Assunzioni in rilancio nel 2015

Occupazione contratti lavoro giovaniIl report pubblicato da Unioncamere Toscana ha analizzato l’andamento dell’occupazione nel 2015 e i dati rivelano che il segno è ancora negativo, ma c’è di che sorridere perché è stato registrato un aumento del numero complessivo di contratti.

Nell’arco dei primi tre mesi di quest’anno sono stati attivati dalle imprese toscane oltre 12 mila nuovi contratti, poco meno del 15% in più in confronto al medesimo periodo dello scorso anno. Si parla, in particolare, dei dati toscani poiché si collocano lievemente sopra quella che è la media a livello nazionale. Entrando nello specifico, è stato riscontrato un aumento del 10% delle assunzioni dirette da parte delle aziende e un aumento del 20% per quanto concerne i contratti atipici.

Un segnale di ripresa che infonde fiducia in un mondo segnato nel profondo dalla crisi di questi ultimi anni. E che la tendenza stia cambiando lo conferma anche il numero, in crescita costante, di portali dedicati agli annunci di lavoro, qui un esempio, e di giovani che cercano e riescono a trovare un impiego anche tramite le offerte online. Nell’ambito di questa congiunzione positiva, migliora anche il saldo complessivo che riguarda le entrate e le uscite nel mercato del lavoro. Pur rimanendo negativo il saldo generale, si nota un miglioramento in confronto ai primi tre mesi dello scorso anno. Dodici mesi fa lo squilibrio fra uscite ed ingressi registrava un -2790 unità, ridotto a -420 unità nel 2015.

Si sono ridotte, dunque, le uscite dovute a pensionamenti, scadenze di contratti e altre motivazioni. A sorridere meno in questo trend positivo è il lavoro dipendente: il saldo relativo alle assunzione effettuate in maniera diretta dalle imprese, infatti, è negativo e si attesta su -3280 unità, ma questo dato è compensato dai saldi positivi nei contratti di somministrazione – che fanno segnare un +1440 unità – nelle collaborazioni occasionali per gli incarichi che vengono assegnati a chi dispone di una partita Iva (+730 unità) e per le altre diverse forme di lavoro indipendente, il cui saldo positivo è di +690 unità.

La forma di contratto che ha prevalso in questo primo trimestre è stata quella a termine, con quasi 5 mila assunzioni a tempo determinato. Tali assunzioni servono, in primo luogo, per valutare i vari candidati nell’ottica di un’assunzione stabile (che per il momento sono state in totale poco più di 1600). Per quanto riguarda le previsioni, sono attese altre 1500 assunzioni circa per fronteggiare i picchi di attività, così suddivise: 920 che serviranno per le attività stagionali e 830 per la sostituzione dei lavoratori assenti temporaneamente dalle aziende. Si attendono, inoltre, più di 3 mila assunzioni stabili – vale a dire con un contratto a tempo indeterminato oppure con un contratto di apprendistato – che corrisponderanno a circa il 37% del totale.

Ministro lavoro Giuliano PolettiSe si guarda ai singoli settori, il risultato globale viene penalizzato dall’industria e dall’edilizia, mentre i servizi mostrano il saldo positivo migliore. Su scala nazionale, le assunzioni sono cresciute del 38% e nell’arco di due mesi, ovvero gennaio e febbraio, i posti di lavoro in più con contratti a tempo indeterminato sono stati 79 mila. In molti hanno attribuito questa crescita al Jobs Act, anche se non è del tutto vero: l’aumento delle assunzioni è stato reso possibile dagli sgravi contributivi che sono stati introdotti con la legge di Stabilità. 

L’annuncio è stato dato da Giuliano Poletti, ministro del Lavoro, che ha poi spiegato che al momento non è possibile sapere se i nuovi contratti a tempo indeterminato sono realmente aggiuntivi oppure se si tratta di trasformazioni dei contratti a tempo determinato. In ogni caso, la tendenza che ha portato a stabilizzare i rapporti di lavoro è senz’altro un segnale positivo, una ripartenza che ha riguardato anche i giovani al di sotto dei trent’anni, visto che l’incremento di contratti stabili in questa fascia di età ha raggiunto il 43% a gennaio ed il 41% a febbraio, mostrando dunque una crescita stabile. Ora non rimane che aspettare i dati di marzo e poi quelli del trimestre successivo per capire se il trend positivo avrà un’onda lunga oppure no.

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