La crisi economica che sta vivendo questi anni l’Italia trae origine dalla forte recessione ed è acuita molto spesso da interventi dell’esecutivo che finiscono per rivelarsi controproducenti, come le continue tasse introdotte con l’obiettivo di ridurre il debito pubblico.
La tanto odiata IMU è stata prima sospesa e poi sostituita dall’attuale governo Letta. Ora ci sarà la Trise, un’imposta unica che accorpora sia quella sui rifiuti che sulla proprietà. L’obiettivo del cambiamento era quello di renderla più leggera e in un certo senso più giusta, in modo da esser più onerosa per chi ha una capacità contributiva maggiore.
Secondo Paolo Buzzetti, presidente Ance, la nuova imposta sarà più cara e non di poco, sia sulle abitazioni principali che su quelle tenute sfitte. In particolare, sulle prime l’aumento sarà del 72% mentre sulle seconde del 19%.
Buzzetti sottolinea l’accanimento contro il mattone che ha consentito al governo di reperire risorse che altrimenti sarebbero dovute arrivare dai tagli alla spesa pubblica. Effettivamente, il mercato immobiliare italiano vive una situazione di forte crisi e questo tipo di imposizioni fiscali finiscono per allontanare ulteriormente dal mattone gli italiani. Il presidente Ance poi suggerisce al governo di modificare la normativa, rendendo la tassazione più onerosa sugli acquisti (come avviene per il resto d’Europa) ma meno sul possesso dell’immobile.
Altra annotazione dell’associazione riguarda il drastico calo degli investimenti infrastrutturali stimati nel prossimo anno, tanto che è previsto per il 2014 un calo di circa il 15%.
Non le ha mandate a dire nemmeno Confedilizia, che attraverso il segretario nazionale Giorgio Spaziani, ha sottolineato che il progetto di legge approvato dall’esecutivo guidato da Enrico Letta, non rispetta l’obiettivo della Legge di stabilità, quello di alleggerire il carico del tributo sulle proprietà. Per Spaziani l’attuale testo prevederà un incremento incisivo dell’imposta che potrebbe portare allo Stato un gettito di circa 10 miliardi di euro.
Intanto, sempre a proposito dell’elevata tassazione a cui sono sottoposte le imprese, un’analisi condotta da Cribis D&B su un campione di cica 300 mila imprese, riferisce che mediamente 1 azienda su 8 è in perdita per via delle pendenze con il Fisco.
Il dato è assolutamente significativo e comprensibile, considerando che il tax rate medio attuale è del 59,83% ben più elevato rispetto al 38,74% del 2007.