Nelle ultime settimane i mercati finanziari hanno registrato evidenti segnali di rallentamento. Le borse, il petrolio e tutti gli altri asset ciclici sono in frenata e gli investitori attendono l’esito delle prossime elezioni per sancire la propria propensione o avversione al rischio.
L’iceberg per i mercati non è più l’Eurozona ma è rappresentato dagli Stati Uniti chiamati a intervenire sul Fiscal Cliff che potrebbe spingere l’economia in seria recessione. Se la Bce ha tranquillizzato gli investitori sulla sopravvivenza dell’euro, dallo scudo antispread, alle numerosi azioni di politica monetaria espansiva, negli Stati Uniti la situazione non è stata neppure affrontata e dipenderà sensibilmente dall’esito delle prossime elezioni presidenziali.
Intanto da Città del Messico, nel vertice G20, gli Stati Uniti sono stati al centro del dibattito tra i principali leader mondiali che hanno chiesto una maggior determinazione nell’affrontare la questione debito.
Si è consci delle conseguenze che una recessione americana provocherebbe sull’economia globale. Per il evitare un nuovo crack, sarà necessario che il congresso intervenga evitando l’applicazione dei tagli e del termine di sgravi fiscali che connotano il Fiscal Cliff.
I numeri sono imponenti. Dal 1 gennaio il Paese registrerebbe una stretta fiscale da 600 miliardi a meno di una determinazione senza precedenti che metta a lavoro appena dopo le elezioni il congresso. Occorrerebbe in tal senso un accordo bipartisan, evitando di perdere altro tempo.
Il governatore di Banca del Giappone Masaaki Shirakawa, ha sottolineato le conseguenze disastrose del fallimento dell’azione americana sul Fiscal Cliff, che si estenderebbero anche al Sol Levante con conseguenze incalcolabili in un momento tutt’altro che sereno a livello globale.
Fiducioso il ministro delle Finanze della Corea del Sud Bahk Jae-wan, secondo il quale il primo trimestre del prossimo anno sarà molto complesso, proprio per via dell’incertezza del Fiscal Cliff, che poi sarà risolta. Mentre permangono dubbi sull’Europa, nonostante gli sforzi fatti dal presidente della Bce Mario Draghi.
Jae-wan in un’intervista rilasciata a Reuters, sottolinea che l’economia europea nonostante nell’ultimo periodo abbia ridotto sensibilmente la pressione dei mercati, anche grazie alle rassicurazioni sull’acquisto dei bond europei in difficoltà da parte della Bce, che ha in seno ancora altre problematiche, in primis legate al rilascio di aiuti a Spagna e Grecia.