La crisi economica in Italia ha lasciato il segno, ed anche una delle fondamenta che dava tante speranze agli italiani, la cosiddetta “Fabbrica Italia” viene meno, con Fiat costretta a rivedere le condizioni del piano proprio per via del deterioramento sostanziale del quadro macroeconomico e della crisi che ha colpito il settore automobilistico.
La vendita di auto in Italia si è ridotta drasticamente, come dimostrano le ultime statistiche sulle immatricolazioni. Il numero di auto vendute dal Lingotto nel mese di agosto ha registrato una frenata del 20,53% a 16.689 vetture.
A livello europeo il calo delle immatricolazioni di Fiat è del 19%.
Tornando al progetto Fabbrica Italia, le continue richieste provenienti dai sindacati hanno imposto il gruppo automobilistico guidato dal manager italo-canadese Marchionne ad uscire allo scoperto, dichiarando l’impossibilità di proseguire il programma annunciato due anni e mezzo fa.
Diffusa una nota societaria nella quale si annuncia che nel mese di ottobre verrà annunciato un nuovo piano industriale, che andrà a sostituire quello previsto da Fabbrica Italia. Nello stesso comunicato viene spiegato che le condizioni economiche dall’aprile 2010 ad oggi sono profondamente cambiate e il mercato dell’auto in tutta Europa segna un deciso livello di crisi, con le vendite che sono tornate sui minimi dagli anni ’70.
Forte la delusione dei sindacati, che in realtà nell’ultimo periodo avevano mostrato una certa perplessità sul mantenimento degli impegni assunti dall’azienda. Il segretario Fiom, Maurizio Landini ha espresso la propria insoddisfazione, sottolineando che il Lingotto soffre la crisi del settore auto più dei competitor in quanto non ha un modello di business efficiente.
Fiat ha poi ribadito l’importanza strategica della fusione con Chrysler, che oggi rappresenta una realtà a livello industriale rimessa in moto dopo il piano di salvataggio che le ha evitato la bancarotta, e che assume una certa strategicità nel Lingotto.
Un messaggio poi agli stabilimenti in Italia, con il management che assicura l’importanza per il gruppo sia dell’Italia che dell’Europa.
Attesa a questo punto la reazione del governo, che secondo il leader di sinistra Nichi Vendola dovrebbe immediatamente incontrare il management del Lingotto per chiedere un chiarimento sul comunicato, invitando l’azienda a rispettare gli impegni assunti.