Grecia fuori dall’euro: le aziende Usa sono giù pronte

Se in Europa i leader politici continuano a smentire l’eventualità di un’uscita del Paese ellenico dalla moneta unica, mentre negli Stati Uniti molteplici aziende ritengono che la cosa sia più probabile di quanto sembri e non vogliono trovarsi impreparate a gestire il caos che ne conseguirà. 

Qualche settimana fa fu lo stesso Mario Draghi ha smentire categoricamente la cosa, sottolineando come il vecchio continente non avrebbe permesso al Paese di uscire dall’euro, imponendogli nuove misure di austerità.

Antonis Samaras GreciaIl nero premier Antonis Samaras finora ha eseguito le indicazioni provenienti dalla Troika, piegandosi al no della richiesta di dilazione degli aiuti, e approvando un nuovo piano di austerità.

Nel mese di settembre in agenda è in programma un nuovo blitz della Troika che chiarirà i progressi fatti dal Paese e la possibilità che lo stesso riesca a risanarsi. In caso di esito positivo sarà pronto un nuovo piano di aiuti (il terzo dal 2009 ad oggi). In caso contrario, il Paese sarebbe costretto a dichiarare bancarotta, con il conseguente ritorno al Dracma.

Il rialzo registrato dalla piazza borsistica ellenica nelle ultime settimane pare non credere all’ipotesi del crack, che tuttavia non si può escludere considerando l’assoluta dipendenza del Paese dalle continue tranche di aiuti provenienti dall’Ue. Molti Paesi, l’ultima la Finlandia, si sono lamentati di come la partita sia stata gestita ed ora vogliono maggior chiarezza dichiarandosi disposti ad aiutare Atene soltanto se ci sono effettive condizioni per un salvataggio.

Intanto le aziende americane non si fidano dei buoni propositi e si preparano al peggio. A riferirlo una fonte super, come il New York Times.

New York TimesSecondo il quotidiano statunitense la nota banca Merrill Lynch avrebbe messo a punto un piano da adottare qualora si torni alla dracma. In particolare farebbe arrivare in Grecia camion con carico di euro per i propri clienti, in modo da riuscir a pagare dipendenti e fornitori.

Anche Ford sarebbe già avanti, avendo già pronti i sistemi informatici con la nuova valuta.

Il New York Times poi riferisce delle società di consulenza, le quali verrebbero coinvolte immediatamente dalle imprese in caso di ritorno al dracma. Chi sarà pronto ad affrontare tale situazione avrà sicuramente un vantaggio competitivo notevole rispetto ai concorrenti.

E’ paradossale che mentre in Europa viene dato come poco probabile il default ellenico, con i principali leader politici che continuano ad escludere la cosa, negli Stati Uniti venga data quasi per certo. Un report pubblicato da Citigroup alla fine di luglio dava al 90% la probabilità di default della Grecia entro i prossimi 12/18 mesi.

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