Mercati in rialzo in attesa di un settembre di fuoco

Mercati  ben posizionati nel tanto temuto mese d’agosto, con rialzi diffusi su tutti i listini finanziari, soprattutto quelli più penalizzati di Eurolandia. L’attenzione degli analisti è ora sul mese di settembre, la cui agenda è fitta di impegni core, a cominciare dalla pronuncia della corte costituzionale tedesca sull’ammissibilità dell’Esm, il meccanismo di stabilità per i mercati europei alla cui esistenza è appeso il futuro dell’euro.

Federal ReserveLa corte costituzionale tedesca si pronuncerà il 12 settembre, mentre la settimana precedente (esattamente il 6) ci sarà il merger della banca centrale europea che dovrà annunciare la propria decisione sui tassi, già ridotti dello 0,25% a quota 0,75%. Diversi analisti prevedono la possibilità di un ulteriore taglio dello 0,25% che porterà i tassi allo 0,5%, intervento voluto fortemente dalla Federal Reserve.

Tema sempre caldo è quello dello scudo antispread, accolto con grande entusiasmo dai mercati dopo il vertice europeo del 28 e 29 giugno. 

Il prossimo mese inoltre si dovrebbe avere una definitiva schiarita anche sulla Grecia, che continua la trattativa con il Troika per rinegoziare gli accordi raggiunti con il precedente esecutivo. Antonis Samaras, rispetto a Papandreou, ha avuto un atteggiamento collaborativo con il vertici internazionali ed ha già messo in atto numerosi interventi concordati, ma da parte sua continua a sottolineare che un Paese travolto dalla recessione di numerosi anni come Atene ha bisogno di respirare per evitare di profondare nell’abisso di una recessione perpetua.

Il premier ellenico chiede di allentare le misure di austerità per i prossimi due anni, pur assicurando che il Paese avrà un rigoroso controllo della spesa pubblica e continuerà, anche se in maniera più blanda, a contrastare le inefficienze che l’hanno portata nella situazione attuale.

La principale resistenza è quella tedesca, la Germania è stata più volte tradita da Atene in questi anni e non vuol più concedere deroghe.

Antonis SamarasNelle ultime settimane sono stati diffusi report che mettono a nudo le difficoltà del Paese. In particolare il Pil tedesco registrerà una contrazione superiore del 7% nel 2012 (come conferma anche il neo premier Samaras) rispetto alle previsioni di Bce e Fmi posizionate al 4,7%.

Adottare ulteriori tagli metterebbe alla fame il Paese. Questa è la risposta di Samaras al piano di tagli previsto tra questo ed il prossimo anno per 11,5 miliardi di euro, con un impatto annuo del 2,5% sul Pil. Il premier ellenico vorrebbe spalmare i tagli da qui al 2016, con un impatto sul Pil di un punto e mezzo.

In ogni caso sarà difficile per il Paese raggiungere l’obiettivo del debito al 120% entro il 2020. Secondo le ultime stime, stando all’attuale situazione, nel 2020 il debito sarebbe al 147%, per cui è necessario intervenire per invertire la tendenza. Atene secondo un report pubblicato dal Fmi avrebbe bisogno di nuovi aiuti internazionali per almeno 20 miliardi di euro, altrimenti sarà difficile che si rimetta in piedi e potrebbe da qui a qualche mese esser costretta a dichiarare default.

Intanto buone notizie arrivano anche dalla Finlandia, uno dei Paesi che negli  ultimi mesi ha assunto una certa fermezza sulla politica giudicata troppo accomodante nei confronti della Grecia, tanto da ipotizzare l’uscita dalla moneta unica qualora la situazione non sarebbe cambiata di li a poco.

Un membro del governo, il ministro finlandese agli Affari europei, Alexander Stubb, ha sottolineato che il Paese non ha nessuna intenzione di abbandonare l’euro, anzi lavorerà per rafforzarlo.

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