Crisi, imprese italiane in difficoltà con rischio insolvenza in crescita

La crisi economia è mondiale. Questo è palesato dalle ultime statistiche economiche pubblicati in Paesi ritenuti virtuosi come la Cina, gli Stati Uniti e l’India.

Ma se la Germania vivrà un anno di stagnazione, l’Italia si troverà invece ad affrontare un 2012 di profonda recessione, con prospettive incerte per l’anno successivo dove non è scontato un ritorno alla crescita.

Prestiti impreseOltre che il debito pubblico, il Bel Paese deve lottare contro un’economia reale in continuo peggioramento, come evidenzia il recedente bollettino Bce. L’istituto centrale europeo sottolinea che il tessuto imprenditoriale italiano è in evidente difficoltà, con un merito creditizio che continua a peggiorare con implicazioni assai negative in tema di credito, concesso a tassi molto elevati e spesso difficilmente erogabile da parte delle banche che devono attenersi a determinati parametri patrimoniali.

Sono aumentati e  non di poco i tassi d’insolvenza attesi, come sottolinea la Cgia di Mestre, che riferisce che nel mese di maggio le insolvenza bancarie dovute ad aziende italiane hanno sfiorato gli 84 miliardi di euro. Si tratta di dati molto preoccupanti, che traggono origine dalla mutata situazione economica e da una situazione di ritardo delle nostre imprese rispetto a concorrenti europei, sia in termini di innovazione che infrastrutturale.

Di contro le nostre banche hanno sempre tenuto bene durante le crisi, per via di una patrimonializzazione solitamente elevata. Tuttavia durante questa crisi numerose banche si trovano in situazioni di palese difficoltà, e l’accesso al mercato è molto costoso, considerando il forte innalzamento dello spread registrato nell’ultimo anno.

Credito impreseLe banche si trovano in un circolo vizioso, con sofferenze in continuo aumento che impongono sempre più spesso di ridurre gli impieghi verso la clientela. Un credit crunch che gli istituti di credito continuano a negare ma viene evidenziato da numeri inconfutabili già da diversi mesi.

Nell’ultimo anno le banche italiane hanno erogato prestiti inferiori di oltre 20 miliardi di euro rispetto allo scorso anno, con una differenza di circa il 2%. Tornado al monito della Bce, il punto focale per la ripresa delle imprese sembra essere proprio quello di calmierare lo spread. Da più parti, oltre che dello scudo antispread, si parla di un nuovo maxi intervento di liquidità da parte della Bce in stile Ltro. Questa volta sarà fondamentale tuttavia che lì’istituto centrale europeo si assicuri che la liquidità non torni sui mercati, ma venga impiegata nell’economia reale. Perché ciò si renda possibile è fondamentale che gli spread tornino su livelli sostenibili nel medio periodo.

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