Dopo i rialzi importanti degli ultimi giorni i listini europei rifiatano, con frazionali ribassi, mentre dalla Grecia arrivano notizie poco rassicuranti. Il rialzo delle ultime sedute era stato spinto proprio dalle dichiarazioni della Troika, che aveva parlato di dialoghi responsabili da parte dell’amministrazione del Paese, guidata da pochi mesi da Antonis Samaras.
Cresce inoltre l’attesa per l’intervento preannunciato dalla Bce di sostegno al debito dei Paesi periferici, che dovrebbe arrivare dall’acquisto di titoli sul mercato secondario.
S&P ha annunciato in un clima disteso di aver tagliato le prospettive sul debito ellenico, portandole a negative da stabili. La motivazione risiede nel ritardo che il Paese ha nell’affrontare le riforme concordate con i vertici internazionali, con conseguenti forti pressioni sul debito.
Il rating viene confermato a CCC, ma non sono esclusi tagli successivi qualora la situazione non dovesse migliorare da qui ai prossimi mesi.
L’agenzia di rating a stelle e strisce continua a ritenere probabile un nuovo piano di aiuti per il Paese, che come noto è strettamente ancorato alle tranche di aiuti che arrivano dalla Troika, dato che non ha accesso al mercato finanziario.
La situazione economica del Paese, come ha ammesso lo stesso premier Samaras, è in continuo peggioramento e i prossimi due anni saranno di profonda recessione. S&P sostiene che il Pil si contrarrà nei prossimi due anni di circa il 10/11%, ben oltre il 4/5% stimato inizialmente da Ue e Fmi. Samaras le scorse settimane aveva indicato come probabile una contrazione del Pil di oltre l’8%.
La sopravvivenza del Paese è in bilico, come la permanenza nella moneta unica. Il presidente dell’Eurogruppo Junker ha parlato di questa eventualità come un elemento da prendere in considerazione, anche perché a suo dire sarebbe tutto sommato gestibile se venissero adottate le giuste contromisure.
Standard and Poor’s ha parlato della necessità di ulteriori aiuti per 7 miliardi di euro che la Grecia dovrebbe chiedere da qui ai prossimi mesi. Si tratta tuttavia di un passo non proprio lineare, considerando che sia all’interno dell’Eurogruppo che del Fmi ci sono posizioni molto critiche sulla gestione della crisi da parte di Atene.
Intanto gli spread continuano a calare, con il differenziale di rendimento tra Btp e Bund che si porta sotto i 450 punti base.