Crisi Eurozona: Lagarde vede meno di 3 mesi per salvare l’euro

Elezioni Grecia 17 giugnoNelle ultime settimane, si registra un clima pesante sui mercati finanziari e tra gli operatori di mercato. La volatilità regna sovrana e vi è l’universale certezza che ciò che accadrà in questo mese, e le decisioni che conseguentemente verranno assunte, potranno incidere significativamente, da un punto di vista economico, etico e sociale, sul futuro del vecchio continente.

Le elezioni in Grecia del prossimo 17 giugno sono il primo e più importante tra gli appuntamenti. La vittoria del Syriza, partito di estrema sinistra ellenico, porterebbe ad una rinegoziazione della Troika, avendone fatto un cavallo di battaglia durante l’intera campagna elettorale. Ma dall’Eurozona fanno sapere che una tal condizione comporterebbe l’estromissione di Atene dall’euro.

Il Paese ellenico è ormai allo sbando, con una recessione che dura da 5 anni e che è stata resa ancora più amara dalle dure manovre di austerità finanziaria volute dal governo locale.

Sulla situazione economica internazionale è intervenuta anche Christine Lagarde, sottolineando che dinanzi all’Europa ci sono mesi decisivi, dai quali dipenderà il suo futuro. Lagarde ha risposto ad un giornalista della Cnn, che ha ripreso quanto aveva espresso il guru della finanza George Soros, che aveva dato all’euro tre mesi di vita… che secondo Legarde potrebbero anche esser troppi.

Christine Lagarde Fondo Monetario InternazionaleIn particolare, l’ex ministro delle finanze francese, chiede un’azione rapida e concreta per risollevare le sorti della moneta unica, mettendo sul piatto ulteriori iniziative finalizzate alla ripresa dell’euro.

Lagarde ha poi focalizzato il suo discorso sull’economia reale e le difficoltà di creare posti di lavoro, sottolineando come in tutto il mondo ci sono 200 milioni di disoccupati, di cui 75 milioni tra i giovani. Per il numero uno del Fmi il lavoro deve essere al centro di qualsiasi strategia di crescita varata da governi o organismi internazionali.

Il mercato del lavoro giovanile registra una disoccupazione stabilmente in doppia cifra in gran parte delle economie occidentali e questo segnala un grosso limite in termini di crescita nel medio lungo periodo, con prospettive deboli sui consumi e a cascata sulla produzione e gli investimenti offuscando lo scenario economico di medio/lungo periodo. Il focus sul risanamento dei conti, strumentale almeno per l’Italia, al raggiungimento dell’obiettivo del pareggio di bilancio entro il prossimo anno, potrebbe tuttavia richiedere ulteriori sacrifici agli italiani in mancanza di uno stabile impegno alla sensibilizzazione della crescita.

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3 Commenti per “Crisi Eurozona: Lagarde vede meno di 3 mesi per salvare l’euro”

  1. Antonio ha detto:

    Scusate una domanda, ma cosa accade in modo concreto se la zona Euro va in frantumi? Quali sono le ripercussioni sull’Italia ad esempio?

  2. Gianni ha detto:

    Beh le ripercussioni sono difficili da stimare.
    Considerando altre crisi, sicuramente uno dei primi effetti di un ritorno alle valute nazionali, nel nostro caso la lira, sarebbe a mio avviso una forte perdite di potere d’acquisto con inflazione galoppante molto probabilmente in doppia cifra.

    Inoltre anche i mercati richiederebbero maggiori interessi sul debito pubblico, con collocamenti Btp probabilmente anche con un’offerta maggiore della domanda. Di contro, pregi non ne vedo, se non la possibilità di far leva sulla politica monetaria, con una svalutazione sistematica della lira.

  3. Lorenzo ha detto:

    Ciao, secondo me non si torna indietro sulle vecchie valute, ma si costruirà una base economica su nuove regole. Tornare indietro non è una soluzione e non conviene a nessuno.

    Questa crisi ha dimostrato che le vecchie leggi keynesiane non sono più valide, adesso siamo in un nuovo ciclo economico mai vissuto ed è per questo che non si trova facilmente la soluzione. Il problema non è il debito pubblico ma il disequilibrio che si è creato tra consumo interno e prodotto interno che ha portato alla deflazione, un nuovo status economico mai affrontato…

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