Stress Test Usa: bocciate 4 banche tra le quali Citigroup

federal reserveWall Street viaggia sui massimi, e la Fed continuerà, almeno fino al 2014, la politica di quantitative easing per sostenere la crescita. E’ tornato il clima di fiducia dei tempi migliori, complice anche la graduale riduzione della disoccupazione, principale driver per i consumi e la crescita.

Ma l’attenzione degli investitori si sposta sugli stess test ai quali sono state sottoposte le principali banche Usa.

L’esito è stato a luci ed ombre, dato che sarebbero ben 4 le  banche che non avrebbero ricevuto il semaforo verde. A rilevarlo la Federal Reserve, che ora adotterà provvedimenti ad hoc per riallinearle al sistema.

L’ipotesi presa in considerazione è la capacità di queste banche di resistere ad uno shock dell’economia e ad una recessione tale da portare la disoccupazione del Paese al 13%. Infine un crollo del mercato immobiliare del 21%. Ipotesi abbastanza estreme, ma importante per verificare la tenuta del sistema a situazioni limite.

Tra gli istituti che non hanno superato l’esame spunta Citigroup, già in passato oggetto di interventi di salvataggio da parte dell’amministrazione Usa, dopo aver rischiato la bancarotta in seguito al default Lehman.

Gli altri sono Metlifem,  Ally e Sun Trust. La Fed ha voluto fortemente gli stress test, in quanto ad essi sono subordinate alcune azioni importanti come erogazione di maggiori dividendi o piani di buy back.

banca citigroupAd esempio Jp Morgan è stata autorizzata all’erogazione di un dividendo incrementale del 20% rispetto al precedente.

Anche in Europa lo scorso anno furono effettuati stress test sulla tenuta del sistema bancario, ma ad onor del vero, l’asticella era stata tenuta molto bassa ed alla fine, escluse realtà molto compromesse, tutte superarono l’esame. Neppure una banca italiana fu bocciata, nonostante vi erano alcune realtà sottopatrimonializzate.

Che succederà ora alle banche bocciate? Probabilmente saranno indotte ad un rafforzamento patrimoniale, o alle vendita di asset. Tra i quattro c’è la terza banca statunitense e la prima compagnia di assicurazione, questo richiama l’attenzione delle autorità competenti anche in considerazione dell’effetto contagio che si ebbe nel 2008 dopo il fallimento di Lehamn Brother’s.

La parola d’ordine è sempre la stessa: “too big to fail”, troppo grandi per fallire e la storia ha indotto la Fed a tenere la guardia alta, anche in periodi di crescita sostenuta come quello attualmente in corso negli Stati Uniti.

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