Partenza lanciata per le borse europee che continuano a segnare brillantezza dopo l’intesa sullo swap ellenico raggiunta in settimana.
Intanto ieri è arrivato l’atteso ok dall’Eurogruppo per il rilancio del piano di aiuti da 130 miliardi di euro destinato alla ricostruzione di Atene.
La pressione si sposta ora sul Portogallo, dove la speculazione individua possibilità di accordi straordinari per la rinegoziazione del debito. La borsa di Milano, che, eccetto quella ellenica, è stata la più colpita dalle perdite negli ultimi 12 mesi si è messa in evidenza ieri con un progresso del 2% ed anche oggi è tra le più positive in Europa. Lo spread tra Btp e Bund continua a galleggiare sui 300 punti base, target di breve periodo che si era imposto l’esecutivo tecnico guidato da Mario Monti.
Tra i mercati più frizzanti c’è sicuramente il Wall Street, che poco ha pagato le incertezze europee tanto che l’indice Dow Jones viaggia sui massimi dal 2007 ed il Nasdaq sui massimi dal 2000, favoriti dalla politica accomodante della Fed che ha assicurato tassi tra lo 0 e lo 0,25 ancora per molto tempo.
Di recente l’istituto guidato da Ben Bernanke aveva annunciato l’intenzione di procedere con l’exit strategy non prima del 2014. Quest’anno è molto importante per gli Usa visto che ci sono le elezioni presidenziali, ed il presidente Obama deve presentarsi all’appuntamento con un’economia forte e mercati solidi. In effetti gli ultimi dati mostrano uno stato di salute vigoroso per il Paese, con una crescita robusta e una disoccupazione in calo sostenuto.
Uno dei temi caldi rimane quello inflazionistico, soprattutto legato all’energia, che a causa del continuo incremento dei prezzi del petrolio (dovuti ai fondamentali ed alle tensioni in Iran), potrebbero nascondere brutte sorprese future per l’Occidente. Anche in Europa il problema è concreto, e metterebbe in seria difficoltà le banche centrali. Un rialzo dei tassi finalizzato a contrastare l’incremento generalizzato dei prezzi avrebbe un effetto devastante sull’economia, provocando acute ripercussioni sulla crescita.
Intanto ieri a gran sorpresa è arrivato l’annuncio di Fitch che ha alzato il rating di Atene a B- dal precedente C con out look stabile. Una mossa a sorpresa giustificata dalla rinegoziazione del debito.
In effetti l’ultimo evento ha portato ad una decisa sforbiciata del debito, e il piano da 130 miliardi garantirà ossigeno al Paese, impegnato nell’arduo programma di austerità.
L’agenzia di rating ha sottolineato come il deficit del Paese, grazie allo swap passerà dal 9,5% al 4,5%. Tornando ai mercati, quali sono le prospettive? Il rialzo messo a segno da inizio anno è stato a dir poco straordinario e potrebbe giustificare un rallentamento nei prossimi mesi. Molto dipenderà dall’Europa e dalla gestione della crisi dei Paesi periferici.
In particolare focus sul Portogallo, che presto potrebbe essere chiamato a nuovi interventi per contrastare la crisi galoppante che travolte il Paese, afflitto da una cronica recessione e depresso dalle politiche di rientro dal deficit varate dal Governo.